Ma anche funghi e batteri che formano il biofilm essenziale per l'habitat fluviale
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Un semplice antiallergico nei fiumi può arrivare a disseccare anche il 99% del biofilm, lo strato di alghe, funghi e batteri che rende scivolose le rocce dei fiumi vitale per l'ecosistema fluviale. Lo afferma uno studio pubblicato su Ecological applications che lancia un allarme sulla crescente presenza dei residui farmaceutici nei fiumi di tutto il mondo.
Infrastrutture da innovare - Questo tipo di inquinamento è dovuto innanzitutto a perdite di acque reflue da condotte obsolete o fatiscenti, da esondazioni fognarie o agricole. Anche quando le acque reflue vengono setacciate attraverso gli appositi impianti, i residui farmaceutici permangono perché non ci sono ancora filtri adatti. Il risultato è che i corsi d'acqua di praticamente tutto il mondo sono esposti a un cocktail di composti chimici che vanno dagli stimolanti agli antibiotici, dagli analgesici agli antistaminici. I ricercatori hanno studiato l'effetto di sei comuni farmaci su alcuni corsi d'acqua negli Usa, negli stati New York, Maryland e Indiana. I principi attivi analizzati sono stati la caffeina, due tipi diversi di antistaminici - usati per i bruciori di stomaco e per le allergie - e l'antibiotico ciprofloxacina.
Emma Rosi-Marshall autore principale dello studio ha spiegato: "Ci siamo concentrati sulla risposta dei biofilm perché si tratta di comunità complesse, composte da alghe, funghi e batteri che vivono e lavorano insieme. Nei corsi d'acqua il biofilm contribuisce a mantenere la qualità dell'acqua riciclando le sostanze nutritive, cibo di diversi invertebrati che a loro volta nutrono gli animali più grandi". Secondo lo studio, a danneggiare maggiormente il biofilm è l'antistaminico difenidramina capace di diminuire del 99% la fotosintesi e cambiare la tipologia dei batteri presenti. Anche altri principi attivi hanno mostrato un effetto negativo ma di minore portata. La ricercatrice ha precisato: "La difenidramina è un residuo abbastanza comune nei fiumi ed è in grado di distruggerne l'ecosistema".
La ricercatrice ha concluso: "E' necessario capire anche come interagiscono tra loro le varie sostanze e soprattutto che effetto hanno questi cocktail di droghe sull'ecosistema e per questo saranno necessari ulteriori studi". Inoltre, gli esperti rilevano la necessità di un'innovazione nel sistema di trattamento delle acque reflue. A livello globale, solo una piccola frazione viene trattata, anche in molti Paesi sviluppati e le infrastrutture sono obsolete.