Sperimentate all'Università di Tor Vergata, potrebbero ripulire i nostri mari
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Sono ultra-leggere, galleggiano sull'acqua inquinata e grazie alle loro proprietà magnetiche sono direzionabili a distanza: sono le spugne spazzine "intelligenti" che purificano le acque dalle sostanze inquinanti realizzate dai fisici dell'Università di Tor Vergata. Realizzate con nanotubi di carbonio, le spugne hanno le dimensioni di una moneta da 20 centesimi di euro ma sono 4mila volte più leggere.
Come sono fatte - Durante gli esperimenti questi gioiellini tecnologici hanno mostrato di riuscire ad assorbire una quantità di olio pari a 150 volte il loro peso. Oltre all'olio, usato nei test per simulare gli idrocarburi, le spugne possono anche assorbire solventi tossici mescolati in acqua.
A renderle "intelligenti" è la presenza all'interno dei nanotubi di un catalizzatore metallico, che conferisce loro spiccate proprietà magnetiche, che possono essere sfruttate per guidare le spugne sulla superficie dell'acqua con una calamita, senza alcun contatto diretto, fino a raggiungere le chiazze di olio.
Maurizio De Crescenzi, coordinatore dello studio, spiega: "La spugna può essere pensata come una matassa formata da milioni e milioni di nanotubi intrecciati dove circa il 90% del suo volume è costituito dagli spazi vuoti tra i nanotubi stessi, il che le conferisce una straordinaria leggerezza".
Come funzionano - De Crescenzi ha aggiunto: "Grazie a questa sua particolare struttura, la spugna risulta super-idrofobica, dunque repelle completamente l'acqua, ma al tempo stesso è capace di assorbire efficacemente gli eventuali inquinanti disciolti in essa immagazzinandoli negli spazi vuoti".
Per rimuovere l'olio intrappolato nella spugna, questa può essere semplicemente strizzata o bruciata. In entrambi i casi, la spugna viene completamente rigenerata e può essere riutilizzata per molte volte. Durante la combustione, infatti, soltanto l'olio viene eliminato mentre i nanotubi di carbonio restano completamente inalterati.