Saranno portati a mano grazie al supporto delle guide montane locali
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Il rinnovabile made in Italy svetta sull'Everest. A oltre cinquemila metri di altitudine, sul monte più alto del mondo arriveranno nuove batterie e pannelli fotovoltaici, nell'ambito della spedizione "Cobat EvK2Cnr-Top recycling mission". Il tutto sarà portato "a mano", con l'aiuto di 100 sherpa e altrettanti yak lungo un sentiero che parte dai 2.800 metri. I dispositivi per la produzione di energia rinnovabile sostituiranno i vecchi e alimenteranno il Laboratorio osservatorio internazionale Piramide del Comitato Ev-K2-Cnr posto sul versante nepalese della montagna.
Pannelli tricolore - In 18 giorni, con partenza il 27 settembre e rientro il 14 ottobre, verranno trasportati e installati i materiali: le batterie (prodotte da Fiamm) e i pannelli solari (fatti da Vipiemme solar) per 120 moduli fotovoltaici 8su 66 mq) che forniranno 9 kw di energia pulita al campo base a 5.050 metri.
Il presidente di Cobat (Consorzio nazionale raccolta e riciclo), Giancarlo Morandi, ha detto: "Abbiamo accolto una nuova sfida per contribuire alla salvaguardia ambientale di un ecosistema perfetto".
Nel laboratorio voluto da Ardito Desio e realizzato nel 1989 da aziende italiane, si studiano i cambiamenti climatici, medicina, geofisica. Agostino Da Polenza, presidente del Comitato, ricorda come questa iniziativa potrà "dimostrare l'avanguardia ambientale del nostro Paese".
“Eccellenze italiane” - La missione ha il patrocinio del ministero dell'Ambiente. Il sottosegretario all'Ambiente Marco Flavio Cirillo ha afefrmato: “Si tratta di un progetto che mette in evidenza anche il ruolo della cooperazione pubblico-privato e soprattutto il riconoscimento delle eccellenze del nostro Paese”.
Alla missione prenderà parte anche il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, che da “amante" della montagna guarda a questa "esperienza" come a qualcosa che ci fa guardare nel "futuro", cioè la possibilità di avere per esempio "energia a portata di villaggio".