Tramite una trasformazione chimica si ottengono nanotubi ad alta performanza
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Le tanto vituperate buste di plastica non biodegradabili potranno diventare una risorsa ecologica. In particolare, dal loro riciclo, si possono ottenere materiali per congegni elettronici, pannelli solari e anche trattamenti mirati contro il cancro. Almeno in base agli ultimi studi dell'Università di Adelaide, in Australia.
Nanotubi straordinari - I ricercatori hanno sviluppato la maniera di riciclare quel tipo di plastica, arroventandola in una fornace a oltre 800 gradi Celsius. Il risultato consiste in nanotubi di carbonio del diametro di un nanometro, circa un decimillesimo di un capello umano, visibili solo sotto un microscopio.
Anche per somministrare farmaci - I nanotubi hanno speciali proprietà, ha detto alla radio nazionale Abc, Dusan Lusic, della Scuola di Ingegneria chimica. “Sono centinaia di volte più forti dell'acciaio e hanno proprietà elettriche eccellenti”, ha aggiunto. “Possono essere usati per celle solari, batterie, anche per racchette da tennis”. Un'importante applicazione sarà la somministrazione di farmaci anticancro inseriti nei nanotubi, che una volta iniettati possono trovare le cellule tumorali e penetrarle.
Processo “semplice” - La trasformazione da borsa della spesa a nanotubi è relativamente semplice, assicura Lusic. La plastica è ridotta in piccoli frammenti, di pochi milligrammi, che vengono introdotti in una fornace insieme con una membrana di ossido di alluminio, e riscaldati fino a 800 gradi. La plastica si fonde e si scompone in molecole di carbonio. Entrando nelle membrane, le molecole formano i tubicini. Completata la procedura in circa 15 minuti, seguita da un periodo di raffreddamento, da ogni membrana si possono estrarre milioni di nanotubi senza prodotti di scarto, con un'efficienza del 90%. L'esperto ha concluso: “Il processo di produzione può essere regolato su misura. Possiamo controllare le misure e la forma dei tubicini”.