ALIMENTAZIONE E ECOLOGIA

Quanto inquina il tuo menu?

Scopri l'impronta ambientale, in termini di consumo di suolo e di acqua, del tuo regime alimentare

15 Ott 2013 - 18:16
 © Ufficio stampa

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In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre, il Barilla Center for Food & Nutrition presenta i risultati degli studi sull’impatto ambientale di tre menu tipo, sintesi dei consumi alimentari più frequenti: vegetariano, mediterraneo, e a base di carne. Perché quest’anno l’accento è posto sui "Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione".

Quanto inquinano le diete - Un richiamo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto delle diete nei confronti dell’ambiente per dimostrare che la malnutrizione si può combattere anche a partire da scelte alimentari più consapevoli. Basti pensare all'impronta ecologica del nostro tipo di dieta. Per impronta ecologica si intende la quantità di suolo e acqua necessari per rigenerare le risorse impiegate lungo il ciclo di vita di un prodotto, dal campo allo smaltimento, e si misura in metri quadrati. Per esempio, a fronte di un impatto sull’ambiente di 140 m2 a settimana di un menu vegetariano, se ne consumano ben 188 m2 consumando carne una volta al giorno durante la settimana.

In particolare, in un menu vegetariano, senza carne né pesce, si arriva a 7.280 metri quadrati all'anno di impronta ecologica, pari a 27 campi da tennis. Con una dieta mediterranea che privilegia alimenti alla base della piramide alimentare, con carne e pesce due volte alla settimana, l'impronta ecologica è di 161 metri quadri a settimana pari a 8.370 all'anno. Ossia 32 campi da tennis. Un menu a base di carne, con un consumo giornaliero durante la settimana, si arriva a un'impronta ambienale di 188 metri quadri a settimana che in un anno diventano 9.780 ovvero 37 campi da tennis.

Il legame tra ambiente e alimentazione - Riccardo Valentini, membro dell’advisory board del Bcfn, premio Nobel per la Pace nel 2007 e Direttore della Divisione Impatti sul Clima presso il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici ha dichiarato: "Il legame tra ciò con cui ci nutriamo e l’ambiente in cui viviamo è ormai evidente. Le nostre scelte non devono riguardare solo un tipo di dieta ma devono comprendere anche ciò che sta dietro alla scelta e al consumo del cibo. La vera sfida adesso è comprendere le diverse sfaccettature del sistema alimentare e chiedersi cosa si possa fare ogni giorno per assumere comportamenti responsabili per il pianeta e le persone che lo abitano. A partire da quello che decidiamo di mangiare".

La doppia piramide alimentare-ambientale, un modello elaborato dal BCFN, indica in modo intuitivo l’impatto che ogni alimento ha non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche a livello ambientale, considerato il ciclo di vita, ovvero le modalità con cui viene trattato prima di arrivare sulla tavola o le necessità di cottura collegate al suo consumo, in termini di dispendio energetico e di risorse. La doppia piramide mostra che i cibi più sani dal punto di vista nutrizionale sono anche quelli che hanno un impatto inferiore sull’ambiente, perché hanno un’impronta ecologica ridotta.

Due eventi a Roma - L’impegno del BCFN nei confronti della Giornata mondiale dell’alimentazione si concretizzerà prendendo parte a Roma a due importanti eventi: -dalle 14 alle 17 presso la FAO dove si tiene l’incontro dal tema “Perdite e sprechi alimentari globali: dalla riduzione alla prevenzione per un sistema alimentare sostenibile”; - dalle 18 alle 22 presso gli spazi di Eataly dove si svolgerà “Primo non sprecare”, un format di Last Minute Market, durante il quale sarà possibile confrontarsi con ONG e operatori del settore privato.Dal 16 Ottobre, inoltre, il Barilla Center for Food & Nutrition renderà disponibile gratuitamente sul proprio sito www.barillacfn.com il nuovo magazine con contributi degli esperti mondiali per favorire un’alimentazione sana e sostenibile come Eve Andrews e Danielle Nierenberg, membro dell’Advisory Board BCFN, Gabriele Riccardi e Riccardo Valentini, anch’essi membri del Board, Alex Ranton, scrittore attivo su temi come la cultura del cibo, tra povertà e sviluppo, Silvia Alparone, giornalista esperta su temi di alimentazione e sanità.

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