A mezz'ora di navigazione dalla capitale c'è un'isola discarica. Per gli ambientalisti di Blue Peace "una bomba ecologica pronta ad esplodere"
Dici Maldive e pensi alle acque cristalline e alle spiagge bianche. Ma, a mezz'ora di navigazione dalla capitale Malé c'è un'isola pattumiera. E' l'atollo nero di Thilafushi, divenuto nel 1993, per volere del Governo locale, una vera e propria discarica di rifiuti.
Isola discarica per i Raee - Nonostante le autorità a Malé sostengano di aver messo in campo un progetto che prevede la sorveglianza delle emissioni tossiche nell'aria e nelle acque intorno a Thilafushi e si dicano pronte a costruire un moderno inceneritore, gli ambientalisti di Blue Peace parlano dell'isola come una bomba tossica che rischia di esplodere.
Ma non sono solo i rifiuti urbani a venire scaricati sull'isola della vergogna, come denuncia Ali Rilwan dell'organizzazione ambientalista, ma anche moltissimi apparati elettronici a cominciare dalle batterie che contengono piombo e che rischiano facilmente di finire nella catena alimentare.