Sfuma però l'ipotesi di accorpamento con le elezioni amministrative chiesto da Regioni e ambientalisti per "risparmiare 300 milioni di euro"
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Il Consiglio dei ministri ha fissato la data del referendum sullo stop alle trivelle: la consultazione si terrà il 17 aprile. Il decreto aveva ricevuto il via libera da parte della Corte costituzionale a gennaio. Sfuma così l'accorpamento con le elezioni amministrative richiesto da Regioni, ambientalisti e NoTriv al fine di "risparmiare 300 milioni di euro".
Il comunicato rilasciato da Palazzo Chigi parla di "rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale". Il referendum prevede infatti "l'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi, relative a concessioni già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento". In altre parole sarà ridefinita la durata delle concessioni offshore già in corso.
Greenpeace: "E' una truffa antidemocratica" - Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace, quella presa dal governo "è una decisione antidemocratica e scellerata, una truffa pagata coi soldi degli italiani". "Renzi sta giocando sporco, svilendo la democrazia a spese di tutti noi", ha aggiunto. E ancora: "È chiarissima la sua volontà di scongiurare il quorum referendario, non importa se così si sprecano centinaia di milioni di soldi pubblici per privilegiare i petrolieri".
La petizione per l'election day - A gennaio Greenpeace aveva promosso una petizione per chiedere al governo un election day, raccogliendo in poco tempo quasi 70mila firme. L'auspicio dell'organizzazione ambientalista è che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta l'atto ultimo di indizione del referendum, respinga la data proposta dal governo "per consentire una votazione effettivamente democratica".