Gli scienziati sono riusciti a "trapiantare" milioni di larve in aree danneggiate. La nuova tecnologia � stata applicata con successo in uno studio pilota condotto presso Heron Island
Gli scienziati australiani sono riusciti a "trapiantare" milioni di larve di coralli in aree danneggiate della Grande barriera corallina, in un progetto che permetter� di modificare la gestione dei sistemi a rischio in tutto il mondo. La nuova tecnologia � stata applicata con successo in uno studio pilota condotto presso Heron Island dai ricercatori della Southern Cross University guidati da Peter Harrison.
L'innovativa tecnica comporta la cattura di milioni di uova e sperma dei minuscoli polipi che formano i coralli e che vengono affidati alle correnti in eventi riproduttivi di massa altamente prevedibili.
In normali condizioni, una minima proporzione di larve finisce per insediarsi nei banchi corallini e raggiunge l'et� di riproduzione. Piuttosto che affidare la fecondazione alle incertezze di correnti, venti e onde, le larve nate dalle uova e dallo sperma, sono state catturate.
Attraverso questa tecnica, che ripete il successo di test condotti su banchi corallini danneggiati dalla pesca con esplosivi nelle Filippine, le larve sono state depositate nelle aree da rigenerare e coperte da una "tenda" di tessuto a maglia di circa 100 mq. A distanza di pochi giorni, le rilevazioni fotografiche hanno mostrato che i polipi dei coralli erano sopravvissuti, insediandosi nel nuovo ambiente.