Gi� nel 1989 il "Re di Pietra" aveva mostrato segnali di cedimento. Studiosi e scienziati monitorano la fragilit� delle pareti�
Non c'è pace per il Monviso, "Re di Pietra" delle Alpi. Le alte temperature hanno provocato infatti l'indebolimento delle pareti rocciose, causa degli sgretolamenti frequenti degli ultimi tempi. L'ultimo crollo il 29 giugno, dalla stessa parete nord dalla quale a fine dicembre si staccò un'enorme massa di roccia, ghiaccio e neve. Un problema che risale al 1989, ma oggi più attuale con l'accelerazione dei cambiamenti climatici.
Anche i droni in azione - Il Monviso con i suoi 3.881 metri di altitudine è una delle mete predilette di alpinisti e appassionati. Per tutelare il luogo gli esperti dell'Arpa Piemonte , Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, in collaborazione con studiosi dell'Università di Torino, stanno monitorando il livello di rischio sgretolamento anche attraverso l'utilizzo di droni.
La fragilità delle sue pareti non è una novità: già il 6 luglio del 1989 il ghiacciaio superiore di Coolidge, sempre sulla parete nord, cedette causando danni fino al lago Chiaretto, fortunatamente senza coinvolgere persone. Una situazione climatica preoccupante, che da anni minaccia anche altre montagne predilette da turisti ed escursionisti. Nel 2019 infatti era scattata l'allerta anche per il Monte Bianco.
Simbolo di storia e bellezza - Il Monviso è anche un simbolo della bellezza italiana. Divenuto primo rifugio ufficiale del Club Alpino Italiano (Cai), dopo la salita del ministro Quintino Sella nel 1863, rappresenta anche un pezzo di storia della Lega Nord. Ai suoi piedi infatti si trova la sorgente del Po, dove ogni anno Umberto Bossi si recava a riempire un'ampolla. Si racconta inoltre che il suo profilo abbia ispirato il logo del colosso cinematografico statunitense Paramount, ma senza conferme ufficiali da parte della major.