Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre
Nel 2021 il buco dell'ozono ha raggiunto un'estensione superiore a quella dell'Antartide. Lo mostrano le osservazioni del satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione Ue ed Esa (Agenzia spaziale europea). I dati sono stati raccolti dal servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio.
Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quest'anno, dopo una condizione iniziale piuttosto nella norma, è aumentato notevolmente parecchio la scorsa settimana ed è ora più grande del 75% rispetto alle misure rilevate in questo stesso periodo dell'anno a partire dal 1979.
"Ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050" - "Seppur simile a quello del 2020, quest'anno il buco dell'ozono si è trasformato in uno dei più duraturi mai registrati", osserva Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service. Per Antje Inness, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio, "il monitoraggio del buco dell'ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050".
Con la fine della stagione primaverile dell'emisfero australe, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l'impoverimento dell'ozono rallenta. Il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.