Secondo gli esperti del Climate Council australiano, il disastro ambientale � causato dalle emissioni di gas serra
Se le emissioni di gas serra non subiranno una drastica riduzione, la Grande barriera corallina potrebbe essere completamente morta entro vent'anni. E' l'allarme lanciato dal Climate Council australiano, secondo cui il massiccio sbiancamento che ha interessato gran parte dei coralli nel 2016 potrebbe segnare la fine definitiva del sito patrimonio mondiale dell'Unesco entro la met� degli anni '30 del Nuovo Millennio.
"La causa va ricercata nei cambiamenti climatici indotti dall'inquinamento", ha detto il ricercatore Will Steffen. Ma non � soltanto lo sbiancamento dei coralli a preoccupare gli scienziati.
Uno dei focus della ricerca riguarda infatti l'innalzamento del livello dei mari, il quale provoca l'allagamento delle zone costiere. Al momento si � raggiunta quota 20 centimetri, ma gli esperti si raggiungeranno i 50-100 centimetri entro il 2100.
Allarme anche per la barriera amazzonica - A rischiare grosso � anche la barriera corallina amazzonica: un ecosistema scoperto da pochi mesi e gi� "in pericolo" per via dello sfruttamento dei pozzi petroliferi. A puntare i riflettori su questo "tesoro" della natura � Greenpeace Italia, che ha lanciato una spedizione sul posto e una campagna di sensibilizzazione ad hoc.
La barriera corallina amazzonica � stata descritta da uno studio pubblicato ad aprile 2016 su Science Advances. Si tratta di un ecosistema particolarmente ampio e in pratica nascosto sui fondali, in luoghi dove nessuno credeva possibile. Si estende per 9.500 chilometri quadrati, dal Brasile alla Guiana francese, ed � dimora di gorgonie, alghe rosse, 73 specie di pesci, aragoste, stelle marine, rodoliti (simili a coralli) e spugne alte fino a due metri.