L'obiettivo è mantenere l'aumento medio della temperatura globale entro i due gradi. Alcuni nodi ancora da sciogliere, tra cui la responsabilità storica dei Paesi avanzati rispetto alla crisi ambientale
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Quasi due settimane di negoziati, eventi e dibattiti in una lotta contro il tempo per arginare il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento dell'uomo. La XXI Conferenza Onu sul clima che ha preso il via a Le Bourget, appena fuori Parigi, proseguirà sino a venerdì 11 dicembre con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante. L'obiettivo è ridurre le emissioni e mantenere l'aumento medio della temperatura globale entro i due gradi centigradi. La bozza di partenza dell'accordo è di 54 pagine: è la base dei negoziati.
Il pacchetto che verrà esaminato nel corso della Conferenza ha due componenti principali: l'architettura dell'accordo vero e proprio (agreement) e gli strumenti operativi, cioè le decisioni indirettamente vincolanti. Nella prima parte dell'accordo vengono espressi tre concetti fondamentali: un meccanismo di revisione al rialzo (riduzione delle emissioni, adattamento, finanziamenti in aiuti ai Paesi poveri); visione di lungo periodo in base agli obiettivi globali; trasparenza, monitoraggio, verifiche, sistema di regole precise per l'applicazione degli impegni.
I nodi da sciogliere - Gli "ostacoli" al raggiungimento di un'intesa globale riguardano obiezioni e richieste avanzate dalle varie nazioni. Un gruppo di 43 Paesi (comunità e Paesi vulnerabili, tra cui le piccole isole) ha richiesto ad esempio di innalzare l'obiettivo, portando il contenimento della temperatura media globale a 1,5 gradi. Gli altri nodi riguardano invece il principio delle responsabilità comuni ma differenziate, ovvero la misurazione dell'equità del contributo di ogni singola nazione, e il concetto di responsabilità storica dei Paesi avanzati rispetto alla crisi ambientale. Quest'ultimo punto dovrebbe lasciare spazio al meccanismo di compensazione attraverso la cooperazione e gli aiuti finanziari per 100 miliardi all'anno al 2020.
Eventi di alto livello - Organizzati su temi specifici si terranno tra lunedì 30 e martedì 1. Focus sulle foreste, sulla resistenza ai cambiamenti climatici (con il segretario dell'Onu Ban Ki-moon), sul lancio dell'alleanza sul solare (con il premier indiano Narendera Modi), sul "carbon pricing" (con il direttore del Fmi Christine Lagarde), e sull'Africa (con il presidente francese Francois Hollande).
Iniziative per il pubblico - Apertura a tutti, dal primo all'11 dicembre, dei cosiddetti "Spazi generazioni clima" che ospitano società civile e ong con dibattiti, stand, tavole rotonde, esposizioni. Previsto un incontro con i sindaci il 4 dicembre, organizzato dal primo cittadino di Parigi, Anne Hidalgo, all'Hotel de Ville.
Giornate tematiche - Ce ne saranno quattro: il 2 dicembre sarà la Giornata degli agricoltori, il 3 la Giornata delle giovani e future generazioni, il 4 dell'educazione, l'8 sarà invece dedicato sia all'Africa che al "genere".
I negoziati - La seconda settimana è strategica per il successo dell'accordo sul clima. Stando al programma, il documento completo deve esser pronto mercoledì 2 dicembre. Gli sherpa avranno poi poco meno di 48 ore per portare a termine la "finalizzazione giuridico-linguistica" fino a venerdì 4, quando il testo deve essere pronto per l'approvazione. Da Parigi dovrebbe uscire però un accordo più che un trattato, secondo quanto ha annunciato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, alla vigilia del vertice, in quella che è una concessione alle richieste Usa (in caso di trattato Obama dovrebbe infatti sottoporlo al voto del Congresso). "Ma alcune delle clausole saranno comunque legalmente vincolanti, non stiamo facendo letteratura", ha sottolineato.
Il voto - L'intenzione, ovviamente, è quella di arrivare a una decisione all'unanimità. Il voto però viene esperesso per consenso, che spesso viene inteso per unanimità: in realtà si fa riferimento alla "stragrande maggioranza". La decisione alla Cop21 si considera definitiva quando il presidente batte il "martelletto" per tre volte, cosa che è lasciata ad una valutazione perlopiù "politica".
Chiusura - Una pausa sarà presa domenica 6 dicembre per preparare il rush finale dei negoziati, con il 7 e l'8 le dichiarazioni di alto livello di Stati e gruppi, per arrivare il 10 all'adozione delle conclusioni e l'11 alla chiusura con l'auspicata adozione dell'accordo.
L'applicazione - L'accordo, come già deciso alla Cop di Durban in Sud Africa nel 2011, va firmato nel 2015. Il periodo della sua applicazione va dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2025. E un primo check-up andrebbe fatto al 2018-2019. Gli obiettivi a lungo termine presenti sul tavolo parlano del 100% di riduzione delle emissioni al 2070 o al 2100, o di "indipendenza dal carbone" al 2100.