Il movimento artistico nato nel '93 predica il "rigeneramento": terminata l'esposizione, i lavori vengono tritati e destinati ad altri ultizzi
Rane, chiocciole e lupi giganti invadono di colori la citt� di Milano. Si tratta di statue realizzate in plastica atossica riciclata, opere della cosiddetta cracking art, un movimento artistico nato nel 1993 composto da sei artisti internazionali che affrontano il rapporto tra naturale e artificiale con le loro opere che "si autorigenerano". Una volta terminata l'esposizione, i lavori vengono tritati e riciclati di nuovo per essere destinati ad altri utilizzi.
La cracking art � oggi conosciuto in tutto il mondo grazie a maestose installazioni pubbliche, realizzate nelle pi� importanti citt� come Milano, Roma, New York e Sidney. Per i sei artisti appartenenti a questa corrente, "Cracking � quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l'organico in sintetico". L'uso di plastiche di riciclo evidenzia da un lato un profondo sentimento ambientalista e, dall'altro, un'attenzione costante all'utilizzo di nuove tecnologie.
Nel capoluogo lombardo le installazioni sono state molteplici: dalle chiocciole tra le guglie del Duomo alle rondini nei fossati del Castello Sforzesco, dalle rane dei Navigli ai lupi gialli "a guardia" di Porta Venezia, fino all'installazione della nuova Darsena. Tutte all'insegna del rispetto dell'ambiente ma anche della partecipazione sociale: sono infatti migliaia i bambini e le persone che ogni giorno interagiscono con le opere riciclate, tra selfie e "cavalcature" improvvisate.