Per Eurojust, organismo Ue, la minaccia � rilevante ma le sanzioni lievi
C'� la mafia dietro i crimini ambientali transfrontalieri, a dirlo � un report di Eurojust, organismo dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria. Nonostante si stimino profitti illegali tra i 30 e i 70 miliardi di euro l'anno (fonte Oecd), le statistiche mostrano che questi illeciti sono raramente perseguiti dalle autorit� nazionali.
Un problema di tutti - Eppure i delitti contro l'ambiente riguardano la societ� nel suo complesso: dalla salute dell'uomo e degli animali alla qualit� dell'aria, del suolo e dell'acqua. La lunga lista dei reati ambientali comprende l'esportazione di rifiuti pericolosi esportati da Italia e Irlanda verso altri Stati, l'inquinamento delle acque in Ungheria e Svezia e l'export illecito di lupi, scimmie e uova di uccelli.
Sanzioni basse - Secondo i dati emersi, i proventi dei reati ambientali sono molto elevati ma le sanzioni basse. Non si indaga abbastanza sul traffico illegale di rifiuti. Vi � un vuoto nel coordinamento delle autorit� competenti sia a livello nazionale che internazionale. In larga misura, le autorit� nazionali non riescono ad affrontare i casi in modo transnazionale. L'attuazione della normativa dell'Unione europea a livello nazionale � diversa da uno Stato all'altro e ci� ostacola un approccio transnazionale armonizzato. Alcuni Stati non hanno neppure strutture organizzative adeguate.
"Serve approccio coordinato" - Il presidente di Eurojust, Mich�le Coninsx, avvisa che i crimini ambientali sono una "minaccia emergente" in Ue. L'esperto sottolinea: "E' un fenomeno sottostimato, che crea grande profitto, con un basso rischio di arrivare a processo, e pene non sufficientemente dissuasive. Per questo c'� la necessit� di un approccio coordinato".