I cartografi di National Geographic confermano che le acque che circondano l’Antartide meritano un proprio nome. Era dal 1915 che le mappe dei mari del Pianeta non venivano modificate
Da quando National Geographic ha iniziato a realizzare mappe nel 1915, ha sempre identificato quattro oceani: l’Oceano Atlantico, l’Oceano Pacifico, l’Oceano Indiano e l’Oceano Artico. Ora, dopo un lungo dibattito tra cartografi, è confermato che la forte corrente che circonda l’Antartide mantiene quelle acque peculiari e distinte tanto da valergli un proprio nome: l’Oceano Meridionale (chiamato anche Oceano Antartico od Oceano Australe). E' il quinto oceano della Terra.
A differenza degli altri oceani, che sono definiti dai continenti che li delimitano, l’Oceano Meridionale è definito da una corrente, la circumpolare antartica, che si stima sia creata circa 34 milioni di anni fa quando l’Antartide si separò dal Sudamerica: quello spostamento rese possibile il libero flusso dell’acqua sul fondo del pianeta.
La corrente scorre da ovest a est intorno all’Antartide in un’ampia fascia di flutti, al suo interno le acque sono più fredde e leggermente meno salate rispetto a quelle degli oceani più a nord. Estendendosi dalla superficie al fondo dell’oceano, trasporta più acqua di qualsiasi altra corrente oceanica.
Alimentata dalle acque degli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, contribuisce a un sistema di circolazione globale noto anche come Grande Nastro Trasportatore che trasporta appunto il calore in tutto il pianeta. L’acqua più fredda e densa che scende verso il fondo al largo dell’Antartide aiuta anche ad immagazzinare il carbonio nelle profondità oceaniche. Per entrambe queste sue funzioni, l’Oceano Meridionale ha un impatto cruciale sul clima terrestre e dall'8 giugno (in occasione della Giornata mondiale degli oceani) sulle mappe ha uno "spazio" tutto suo.