Istituito dall'Onu l'8 giugno 1992, il World Oceans Day pone l'accento sulla "crisi" dei nostri mari: se non si riduce l'impatto ambientale, la Terra sar� "spacciata"
"Oceani sani, pianeta sano". E' questo il motto dell'edizione 2015 della Giornata mondiale degli oceani, istituita dall'Onu l'8 giugno 1992 in occasione del Summit sulla Terra di Rio de Janeiro. Sono circa 400 gli eventi organizzati nei cinque continenti per denunciare la situazione disastrosa degli ecosistemi marini, martoriati da pesca eccessiva, inquinamento e acidificazione. In ballo ci sono la salvezza del pianeta e di un'imponente risorsa economica: secondo il Wwf infatti gli oceani valgono 24mila miliardi di dollari e rappresentano una tra le le dieci maggiori economie mondiali.
Investimenti triplicati - A confermare l'importanza economica degli oceani � un'analisi condotta dalla Vu University di Amsterdam, su richiesta del Wwf: per ogni dollaro investito nell'istituzione di un'area marina protetta, il valore dei ricavi risulta tre volte l'investimento iniziale in termini di creazione di posti di lavoro, beni e servizi. Una maggiore protezione degli oceani comporterebbe quindi benefici economici compresi tra i 490 e i 900 miliardi di dollari nel corso del periodo 2015-2050. Il Wwf chiede che la percentuale di oceani tutelata dalle aree marine protette salga al 30% entro il 2030.
Salvare gli oceani: una sfida da vincere a tutti i costi - Ma al di l� della questione economica, gli oceani rappresentano una risorsa fondamentale per la vita di tutti gli ecosistemi del pianeta. Non ridurre l'impatto ambientale derivante delle attivit� umane significherebbe "condannare" i nostri mari, provocando danni incalcolabili su clima, flora e fauna. L'enorme quantit� di gas serra immessi in atmosfera sta aumentando rapidamente l'acidit� degli oceani e secondo uno studio della Royal Society questo fenomeno potrebbe aumentare fino al 300% prima della fine del secolo. Al momento viene tutelata meno del 4% dell'intera massa oceanica.