Gianfranco Bologna invita all'azione dopo i dati disastrosi sulla biodiversit� emersi dal report "Living Planet 2014"
Il direttore scientifico del Wwf Italia Gianfranco Bologna commenta con Tgcom24 il quadro a tinte fosche tratteggiato nel rapporto "Living Planet Report 2014" stilato proprio dall'associazione del panda. L'esperto fa un appello: "Bisogna agire!" E liquida il summit dell'Onu sul cambiamento climatico dicendo: "Si � trattato solo di blaterazioni".
Qual � la tendenza emersa dal report "Living Planet 2014"?
"Negativa. Da un lato cala la biodiversit�, con una percentuale del 52%, dall'altra aumenta l'impronta ecologica, ossia il peso dell'intervento dell'uomo sulle risorse naturali. A un declino della ricchezza della variet� delle forme di vita fa da contraltare un aumento sempre pi� forte della pressione umana".
La fauna d'acqua dolce � quella che sta peggio, si � ridotta del 72%...
"E' un fenomeno che si riscontra particolarmente nell'America Latina ma l'Italia non ne � immune. Le maggiori responsabilit� nel nostro Paese arrivano dall'introduzione di specie invasive ai fini della pesca sportiva".
Quali sono le cause di questo bilancio negativo?
"Lo stile di vita. Come produciamo, come consumiamo. A peggiorare la situazione ci sono le stime sull'andamento demografico che prevedono per il 2050 una popolazione mondiale di 9 miliardi e 600 milioni di individui".
Che tipo di soluzioni si possono adottare?
"Bisogna agire, non stare a guardare. Noi, come movimento facciamo delle azioni sul campo agendo in sintonia con le comunit� locali".
Il summit dell'Onu sul cambiamento climatico � rimasto al livello delle dichiarazioni di intenti...
"Diciamo che si � trattato di blaterazioni, di una proliferazione di chiacchiere".
Ban Ki-moon ha detto che servono finanziamenti...
"E' un gatto che si morde la coda. I fondi possono essere trovati. Per sovvenzionare le fonti fossili, ossia petrolio, gas e carbone si spendono a livello globale ben 544 miliardi di dollari (dati Overseas Development Institute, n.d.r.)".
Cosa pu� fare l'Italia a livello di nazione?
"La prima grande opera pubblica del Belpaese deve essere la risistemazione del territorio, cosa che procurerebbe anche risvolti occupazionali. Non c'� prevenzione a riguardo, eppure il suolo � la ricchezza pi� minacciata".
Il singolo italiano, invece, come pu� agire?
"Limitando la personale impronta sul pianeta. Dal report � emerso che se tutti gli abitanti della terra si comportassero gli italiani, sarebbero necessari 2,6 pianeti. Ridurre gli sprechi di energia e acqua � essenziale. Chiaramente, le azioni individuali non possono risolvere il problema in toto ma incidono sul cambiamento".
Come possiamo proteggere il pianeta?
"Bisogna avere la One Planet Perspective, la prospettiva che di pianeta ce n'� solo uno. Non possiamo agire oltre i limiti. E' in pericolo la civilt� umana, � un paradosso che la specie che si � autodefinita sapiens sapiens sia la causa della sua stessa distruzione".