Eliminando le emissioni dei combustibili fossili, l'aspettativa di vita media nel mondo salirebbe di oltre un anno
L'inquinamento accorcia in media la vita di di tre anni e provoca 8.8 milioni di morti premature nel mondo ogni anno. In questo ha un peso sull'aspettativa di vita maggiore di fumo e malattie come Aids e malaria. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Cardiovascular Research e condotto dall'Istituto Max Planck e Università di Mainz (Germania), secondo cui siamo dinanzi a una "pandemia da inquinamento".
Eliminando le emissioni dei combustibili fossili, l'aspettativa di vita media nel mondo salirebbe di oltre un anno. Per confronto il fumo accorcia l'aspettativa di vita in media di 2,2 anni ed è responsabile di 7,2 milioni di morti premature l'anno, mentre l'Aids di 0,7 anni (un milione di morti l'anno). Malattie come la malaria, infine, accorciano l'aspettativa di vita di 0,6 anni (600mila morti precoci l'anno).
I dati per l'Italia mostrano che l'inquinamento è responsabile di almeno 81.473 decessi prematuri l'anno (dato riferito al 2015) e che l'aspettativa di vita persa per l'inquinamento è di 1,91 anni.
Inquinamento e malattie Gli esperti hanno considerato le diverse malattie cui l'inquinamento contribuisce: da quelle cardiovascolari a quelle respiratorie, dal tumore la polmone al diabete. E' emerso che la prima causa di morte legate allo smog sono proprio le malattie cardiovascolari come infarto e ictus, cui si associa il 43% dell'aspettativa di vita persa a causa dell'inquinamento.
In Europa in media sono 2,2 gli anni di aspettativa di vita che vengono persi per inquinamento, di cui 1,7 prevenibili. A livello mondiale, se tutte le emissioni prodotte dall'uomo fossero eliminate, l'aspettativa di vita media crescerebbe di quasi due anni.