UN PROGETTO ITALIANO

L'evoluzione "verde" dei satelliti italiani: a fine vita non si trasformano in rifiuti

Le nuove tecnologie presentate al Cira sono capaci da soli di disintegrarsi su aree sicure e disabitate per consentire il riciclo delle componenti

23 Lug 2015 - 11:16

I nuovi satelliti italiani saranno pi� piccoli e a fine vita non si trasformeranno spazzatura spaziale. E' quanto emerge da un convegno in corso a Capua (Caserta) presso il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (Cira) organizzato da Agenzia spaziale italiana (Asi) e Agenzia spaziale europea (Esa). Le nuove tecnologie saranno alimentate da energia solare e capaci di rientrare in atmosfera per disintegrarsi su aree sicure e disabitate, consentendo il riciclo delle componenti.

Applicazioni green - I mini satelliti "verdi" potranno essere impiegati in diversi modi, ha sottolineato il presidente dell'Asi, Roberto Battiston: "formeranno costellazioni numerose, in grado di passare anche dopo poche ore sullo stesso luogo, a differenza dei grandi satelliti". E ha aggiunto: "In questo modo permetteranno di avere una immagine dinamica e non statica della Terra, come un filmato". Le applicazioni andranno dal monitoraggio dei cambiamenti climatici e delle emissioni di sostanze inquinanti, all'agricoltura di precisione per controllare, ad esempio, la necessit� di irrigare un campo o la maturazione di un raccolto.

Energia dal sole - Una delle innovazioni pi� importanti riguarda l'alimentazione energetica, che prevede pellicole fotovoltaiche che rivestono i satelliti. Le nuove tecnologie, ha spiegato il presidente del Cira, Luigi Carrino, hanno un peso inferiore rispetto ai grandi, da pochi chili a qualche centinaio. Con un vantaggio notevole per quanto riguarda i costi di lancio, pi� bassi e alla portata anche di piccole imprese. Inoltre, ha sottolineato, possono utilizzare anche tecnologie gi� esistenti come la batteria di un cellulare.

Innovazione made in Italy - I ricercatori italiani hanno ideato anche il primo sistema per gestire i mini satelliti a fine vita e non farli diventare spazzatura spaziale. "Il nostro sistema - ha spiegato Stefano Antonetti, dell'azienda D-Orbit - � un robottino incorporato nel satellite costituito da un piccolo razzo con elettronica intelligente, che fa rientrare in modo controllato il satellite in atmosfera per farlo disintegrare su aree disabitate ed evitando che inquini lo spazio".

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