il rapporto delle nazioni unite

Onu: "Per 5 miliardi di persone accesso inadeguato all'acqua entro il 2050"

Saranno in difficoltà per almeno un mese all'anno: "Nonostante alcuni progressi - si legge nel rapporto - 107 Paesi sono lontani dall'obiettivo di gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche"

05 Ott 2021 - 19:19

Sono state 3,6 miliardi le persone che hanno avuto un accesso inadeguato all'acqua per almeno un mese nel 2018. Entro il 2050 questa cifra salirà a oltre 5 miliardi. Lo stima l'Organizzazione mondiale della meteorologia (Omm), agenzia dell'Onu, nel rapporto sullo stato della crisi idrica nel mondo. "Nonostante alcuni progressi - si legge - 107 Paesi restano lontani dall'obiettivo di gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche entro il 2030".

Un mondo in ritardo. Nel panorama di un clima globale in rapida evoluzione, i rischi legati all'acqua rimangono in cima alla lista. "Inondazioni e siccità - spiega l'Omm - sono in aumento a causa del cambiamento climatico. Si prevede che il numero di persone che soffrono di stress idrico aumenterà vertiginosamente, sia per l'aumento della popolazione sia per la diminuzione della disponibilità. Ma la gestione, il monitoraggio, le previsioni e l'allerta precoce sono frammentati e inadeguati, mentre gli sforzi finanziari globali per il clima sono insufficienti"

Cambiano i modelli di pioggia e le stagioni agricole, un effetto domino che incide sulla salute, sull’alimentazione, l’igiene e il benessere delle persone. Nel 2020 due miliardi di persone vivevano in paesi in cui è difficile trovare acqua potabile, 2,3 miliardi non disponevano invece dei servizi igienici di base. I dati riportati nel rapporto dell’Omm non lasciano spazio ad interpretazioni. Settantacinque paesi hanno riportato livelli di efficienza idrica inferiori alla media, 10 paesi livelli estremamente bassi.  

I numeri  L'accumulo di acqua terrestre è diminuita a una velocità di 1 centimetro all'anno, e solo lo 0,5% dell’acqua sulla Terra è utilizzabile e disponibile. Numeri che spaventano. Dal 2000 i disastri ambientali legati alle inondazioni sono aumentati del 134%, in prima linea l’Asia, con il maggior numero di morti e perdite economiche. Dal Giappone alla Cina, e poi Indonesia, Nepal, Pakistan e India quei paesi dove, a causa delle inondazioni “milioni di persone furono sfollate e centinaia morirono”, la dichiarazione di Petteri Taalas, il segretario generale dell'Omm. Aumentata invece del 29% la durata e il numero dei periodi di siccità, una situazione critica soprattutto in Africa. Ma anche in Europa "inondazioni catastrofiche hanno causato centinaia di morti e danni ingenti", ha aggiunto Taalas "dobbiamo svegliarci dall'incombente crisi idrica.   

Le prospettive L’avvertimento dell'Omm: la situazione sta peggiorando e bisogna invertire la marcia. Gli attuali tassi di progresso devono quadruplicare per raggiungere gli obiettivi globali entro il 2030, secondo i dati riportati dall'Omm. Si è ancora lontani dall’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che mira garantire la disponibilità e la gestione dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti.

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