Anche durante la pandemia globale in corso, i giovani tornano a protestare contro il cambiamento climatico, e sul Recovery Fund avvertono: "Nessuno chiede a noi giovani come usare i fondi"
In più di cento città italiane sono tornati i Fridays for Future. Nel rispetto delle norme anti-Covid i giovani si sono ritrovati in piazza per chiedere al governo azioni concrete a favore dell'ambiente. "Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere" scrivono gli organizzatori. E subito dopo puntano il dito verso il governo: "L'Italia è il paese più indietro rispetto all'Unione Europea sugli investimenti per scuola e università. Ora è il momento di agire: investiamo i soldi del Recovery Fund sulle priorità per tutti noi".
Ricominciano i venerdì per il clima - "La crisi sanitaria ci ha mostrato le contraddizioni dell'attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale". Dopo mesi di stop a causa dell'emergenza Coronavirus, i Fridays for Future sono tornati in piazza per protestare contro chi "ancora non ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni. L'avviso è chiaro - ripetono gli attivisti - rischiamo di spingerci troppo in là".
La richiesta giunge a poca distanza dalla comparsa del countdown gigante nel cuore di Manhattan, a New York, per ricordare a tutti che abbiamo meno di otto anni per fare qualcosa di pratico a favore del pianeta: "Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare - ricordano i giovani manifestanti - e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica".
"Nessuno interprella i giovani" - Centinaia di piazze italiane si sono riunite di nuovo per protestare e lanciare l'allarme clima. Da Sassari a Milano, ma anche Genova, Napoli, Torino e Roma. Insieme per chiedere una riconversione ecologica attraverso azioni concrete. "All'Italia arriveranno 209 miliardi di euro del RecoveryFund, ma nessuno si sta confrontando con noi giovani per decidere come spendere i fondi o come costruire un futuro diverso", hanno dichiarato Alessandro Personè dell'Unione degli Studenti e Camilla Guarino di Link coordinamento universitario. "Chiediamo al governo di rilanciare l'economia attraverso la decarbonizzazione entro il 2030 e il rifiuto dei sussidi ai fossili, con un piano di "efficientamento energetico" degli edifici, investimenti sulle rinnovabili e sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile". Per rendere la transizione ecologica possibile però, sostengono i ragazzi, serve tutelare e ripensare il lavoro, la sanità, l'istruzione e la ricerca.
Ritorno al Futuro - Nel frattempo, insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha sostenuto la campagna "Ritorno al Futuro" avanzando proposte concrete da presentare al governo italiano. "Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Vogliamo che la politica dia la priorità alla sopravvivenza dell'umanità piuttosto che all'avidità di pochi". L'obiettivo dei Fridays for Future è quello di tagliare le emissioni di CO2 del 12% all'anno, così da arrivare vicini allo zero al 2030. Un piano per la ripresa costruito durante l'emergenza sanitaria e che, da quanto dichiarano, sarebbe già pronto per essere usato, e spazia dall'economia decarbonizzata alla tutela della salute.