Allagiulia. Non semplicemente una friulana
© Ufficio stampa
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Giulia Campeol reinterpreta in chiave glamour-contemporanea la babbuccia friulana mantenendo viva la tradizione artigiana
Giulia Campeol, giovane ed intraprendente fashion designer, propone la sua interpretazione della friulana, scarpa povera della tradizione veneta, fatta di scampoli e venduta nel dopoguerra dalle contadine delle campagne limitrofe a Venezia.
I primi ad innamorarsene furono i gondolieri, attratti dalla forma semplice e dalla suola antiscivolo, perfetta per le loro imbarcazioni. Con il passare del tempo, la “furlana” iniziò ad essere venduta sui banchetti del mercato sotto il Ponte di Rialto.
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Giulia oggi vuole far conoscere la propria personale visione della babouche, che si manifesta attraverso un mix equilibrato di tradizione e contemporaneità, riuscendo a mantenere intatta l’integrità della struttura, attraverso una lavorazione totalmente artigianale, sdoganando però lo stile e la modellatura.
La palette cromatica è ricca e variegata: bouganville, bluette, tabacco, tortora, zucca, rosso, blu, viola, stampe animalier o in stile deco… con la possibilità di personalizzare la propria “friù” tramite l’applicazione delle iniziali in filo d’oro sul tallone.
Copertone di bicicletta rigenerato per la suola, soletta atossica e tessuti nobili per la tomaia.
Velluto, canvas rigato, lino, cachemire naturale, denim, ecovisone, pellami pregiati, ma anche vecchie bandane e foulard provenienti da mercatini vintage, si combinano con passamanerie di frange o di plissé, arricchendo e identificando le calzature allagiulia.
Chi è Giulia Campeol? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Sono una veneta che 15 anni fa ha realizzato il suo primo grande sogno trasferendosi per studio a Roma, la città del cuore. Conseguita la laurea in Scienze della Moda e del Costume alla Sapienza, la Capitale mi ha tenuta stretta, facendomi conoscere Federico. Ho mosso i primi passi come buyer grazie a lui, affiancandolo negli acquisti per le boutique di famiglia.
La passione per la moda da dove nasce? Esiste un episodio significativo della tua vita che ti abbia fatto capire che saresti diventata una fashion designer?
Ho la passione per la moda fin da bambina, amavo stare chiusa negli armadi di mia mamma e della sua migliore amica. In realtà, più che designer, il mio sogno era di diventare fashion editor, ma la mia creatività ed il mio spirito “libero” hanno prevalso.
Quando e com’è nato il brand allagiulia? Come mai la scelta di “declinare” il tuo nome in questo modo?
Allagiulia nasce nel 2010. Avevo bene in mente il progetto e cercavo un nome, sfogliando un libro di testo di moda mi sono soffermata sull’aneddoto di Audrey Hepburn, che nel film “Sabrina” calzava i kitten heels... il tacco a rocchetto la contraddistingueva a tal punto che quel modello è stato soprannominato “alla Sabrina”.Mi si è accesa una lampadina... mi sono immedesimata in lei ma con le mie Friù ed ho coniato questo nome. Ho chiesto a mia nonna di scrivere “allagiulia” e la sua calligrafia è diventato il mio logo.
Perché proprio le “furlane”? Come hai deciso di reinterpretare/personalizzare queste tradizionali babbucce della cultura friulana?
In Veneto sono una tradizione, in casa ce ne sono sempre state ceste piene; ogni volta che io e mia mamma andavamo a passeggio a Venezia, tornavamo con un colore nuovo da aggiungere alla collezione. Quando giravo per le fiere a Milano o a Parigi con le friulane ai piedi, notavo molto interesse da parte degli addetti al settore, perciò ho deciso di reinterpretarle. Ho voluto rendere uniche le mie Friù (mi piace questo nomignolo simpatico ed affettuoso), cercando di differenziarle con estro e tanto buon gusto, imprimendo loro un twist contemporaneo.
Quali sono le cifre stilistico-distintive delle vostre calzature?
Le allagiulia hanno carattere. I tessuti della tomaia, le passamanerie, le iniziali…c’è sempre un ingrediente che conferisce unicità e particolarità ad ogni paio. Ho creduto fosse poi necessario impreziosirle, non solo nella foggia, ma anche nella struttura; perciò, pur mantenendo integra la “forma”, ne ho rivisitato e migliorato i “contenuti”. La suola ora, per esempio, è più comoda e morbida, realizzata con materiali anallergici, atossici e confortevoli.
Che importanza assumono artigianalità e scelta dei materiali nell’ambito delle vostre creazioni?
Artigianalità e qualità sono alla base di allagiulia. Sono in continua ricerca di tessuti, pellami, passamanerie. Ultimamente ho introdotto i ricami.
Chi è Giulia nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?
Sono moglie e mamma di Pietro, un bimbo di 5 anni e di Brando, un bassotto di 7. Nel tempo libero (molto poco, ahimè) mi dedico principalmente a loro e agli amici. Amiamo il mare e usciamo in barca quando la stagione lo permette...Mio marito mi ha trasmesso questa passione che ci fa rigenerare.
Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?
Mi piacerebbe avere più tempo libero per dedicarmi a me stessa! Sogno un team allagiulia fatto di amiche e di continuare a consolidare ciò che ho caparbiamente creato. Ho il desiderio di collaborare con qualche altro brand italiano... per poter finalmente realizzare, unendo le forze, tutto quello che mi passa per la testa!