Storie di moda

Andrea Mondin. Calzature di lusso per le principesse di oggi!

Le calzature del designer trevigiano seducono per nobiltà ed eleganza

di Elena Misericordia
05 Set 2018 - 11:08
 © ufficio-stampa

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Andrea Mondin, giovane designer di talento, ha esordito presso le più rinomate maison di moda, come Versace, Roberto Cavalli, Dolce&Gabbana, ed è stato vincitore del concorso Who is on Next? nell’edizione 2017; da un paio di anni ha lanciato sul mercato il brand di calzature di lusso che porta il suo nome. Le preziose creazioni dello stilista trevigiano accompagnano per mano la nostra fantasia verso le feste principesche che si svolgevano nei saloni dei più antichi palazzi nobiliari, dove le dame di quei tempi volteggiavano indossando abiti e calzature sfarzose, dal valore e dalla classe inestimabili.

Nelle collezioni Andrea Mondin ritroviamo tutti gli elementi di quella nobiltà, a partire dalle decorazioni e dai tessuti di arredo, che vengono riproposti come sofisticato quanto originale ornamento di ciascun suo modello, rendendolo unico ed esclusivo. Ogni pezzo viene realizzato secondo i canoni dell’arte manifatturiera italiana, rispettando i processi tecnici originari della tradizione artigiana, compresi il taglio ed il drappeggio. Ricercata e audace anche la scelta dei materiali: dettagli inusuali quali reti ricamate, piume d’oca e di tacchino, paglia e pietre luminose incorniciano sabot, sandali e mule, realizzati con materiali di massimo pregio. Non solo raffinate pelli scamosciate, ma anche velour, suede e satin.
Le scarpe Andrea Mondin vestono di pura femminilità le donne di oggi, coraggiose e forti, che mantengono però intatto quello spirito romantico e sognatore di altri tempi…
 
Chi è Andrea Mondin? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Sono nato in Veneto, a Valdobbiadene. Mi sono diplomato al liceo artistico di Treviso e, successivamente, ho frequentato un corso di Fashion Designer a Pordenone, grazie al quale ho vinto una borsa di studio e uno stage di un anno presso Roberto Cavalli. Al termine dell’esperienza fiorentina, ho proseguito la mia formazione presso lo IED di Milano, specializzandomi in Fashion Design.

Da dove deriva la tua passione per la creatività? Esiste un episodio significativo della tua vita che ti abbia fatto capire che saresti diventato un designer?
Da piccolo passavo ore ed ore a disegnare. Mio padre si accorse del mio talento osservando gli occhi delle dame che amavo ritrarre con abiti dalle maniche a sbuffo e ampie gonne colorate. Alle elementari realizzavo già gli schizzi degli outfit per le mie insegnanti, suscitando il loro curioso interesse…

Quali sono state le tappe fondamentali della tua brillante ascesa nel settore delle calzature di lusso, sino alla aggiudicazione del premio Accessori a “Who is on Next?” 2017?
Le tappe fondamentali della mia carriera coincidono con le mie esperienze lavorative presso prestigiose maison di moda. Penso a Roberto Cavalli, a Dolce e Gabbana, ma soprattutto a Versace: in quel periodo, infatti, ho avuto la possibilità di respirare l’atmosfera di un ambiente impregnato di storia della moda, che mi ha permesso, tra l’altro, di entrare in contatto, non solo con Donatella e Allegra Versace, ma anche con designer, all’epoca emergenti, del calibro di Christoper Kane e Antony Vaccarello. Queste collaborazioni hanno sicuramente contribuito alla mia crescita, sia a livello professionale che personale.

Quando e come è nato il brand Andrea Mondin?
Andrea Mondin è nato nel gennaio 2016 con la collezione Ida FW16/17. Ho sempre sognato di creare un mio brand ma, non avendo le possibilità economiche e una consolidata esperienza nel settore, ho rimandato a lungo. Un giorno mi sono detto che se avessi aspettato di avere tempo e soldi non avrei mai concluso nulla…ed ho così deciso di concentrarmi sulla realizzazione di un tema che sino ad allora non era mai stato sviluppato nel settore delle calzature. Sono ritornato in profondo contatto con le mie origine venete, recandomi spesso a Venezia, dove ho dato vita al mio primo prototipo, al quale ho dedicato un anno e mezzo di impegno e ricerca costante. Volevo infatti creare qualcosa di diverso, unico, che mi rappresentasse e che potesse lasciare il segno nel mondo della moda e sul mercato. È nata quindi Colette, una pump aperta sul tallone, con una Goegiera (ornamento tipico veneziano) che incornicia in collo del piede, creando un effetto degradé. Colette non è soltanto una scarpa che seduce gli occhi, essa porta con sé delle valenze simboliche molto forti. L’intento è quello di celebrare il piede come uno dei più importanti strumenti di seduzione dei nostri tempi.

© ufficio-stampa

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Quali sono gli elementi distintivi che caratterizzano le tue preziose collezioni?
Gli elementi distintivi sono l’alta sartorialità e la qualità dei materiali, ma soprattutto la collaborazione con figure artigiane estranee al mondo della calzatura, come ad esempio cappellai e costumisti.
Ogni scarpa mixa l’artigianalità dei couturier alla tecnologia dei laboratori professionali. L’utilizzo dei migliori tessuti di arredamento, inoltre, rende le mie scarpe uniche, al di fuori dagli schemi comuni.

Perché le scarpe? Cosa rappresenta per te questo accessorio?
La scarpa rappresenta il carattere di chi le indossa: dalle calzature possiamo cogliere molti tratti distintivi della persona che abbiamo di fronte, dal gusto estetico alla capacità di spesa, dalla vivacità intellettuale alla considerazione di sé. Interpreto la scarpa come la chiave di lettura dell’anima: il nostro spirito abita nel corpo e sono proprio le scarpe a permettere a quest’ultimo di avanzare lungo il percorso della vita…

Cosa porti con te, nel tuo bagaglio di esperienze, delle tue importanti collaborazioni del passato con le grandi firme della moda?
Porto tutto con me, ho la fortuna di avere una grande memoria. Di sicuro a Donatella e ad Allegra devo molto: sono state proprio loro, durante la mia collaborazione con Versace, a permettermi di fondare il mio brand e ad incoraggiarmi; Donatella mi ha insegnato a non aver paura di osare, a combattere per portare avanti le mie idee e a superare la mia timidezza. Aver avuto l’occasione di lavorare con donne così sensibili e forti mi ha dato la possibilità di conoscere meglio le aspettative delle mie clienti. 

La tua prima collezione è stata un omaggio alla città di Venezia: protagonista la gualdrappa veneziana, trasformata in opera d’arte ad ornamento di sabot, sandali e pantofole. Cosa proponi per la FW18/19?  
Concepisco le mie creazioni come un’unica grande collezione che si sviluppa di stagione in stagione. L’artigianalità del prodotto e la continua sperimentazione sono il fil rouge di ogni mio lavoro. L’amore per il teatro e per il cinema Hollywoodiano di altri tempi si fanno sempre più strada e raggiungono la loro massima espressione nella collezione FW18/19. Venezia e l’italianità del brand rappresentano comunque la base di partenza per ogni mia creazione. Pieghe e panneggi riprodotti ad arte, antiche tappezzerie francesi ed inglesi incorniciano l’esclusività e l’essenza delle mie calzature, anche per la prossima stagione autunno-inverno. Quando penso ad una collezione immagino di trovarmi su un set cinematografico o nei sontuosi saloni delle ville di nobili veneziani, inglesi e francesi. Ogni singolo pezzo porta con sé costanti rimandi ad interni preziosi e a film iconici.

Che importanza assume per te la scelta dei materiali?
La scelta dei materiali è fondamentale. Cerco di evitare le classiche fiere per accessoristi, mi rifugio negli atelier sparsi nelle province d’Italia più sperdute e nei centri che hanno fatto la storia del tessuto di arredamento, da Torino a Como. Quando seleziono le stoffe per le mie calzature, cerco di immaginare innanzitutto le case che le ospitano e le donne che vi abitano…l’istinto poi determina le realizzazione finale di ogni pezzo.

A quale figura femminile ti rivolgi?
Mi rivolgo ad una donna sensibile, sofisticata, di buona cultura, che non segue le mode ma le determina. Una donna forte, che non rinuncia però a valorizzare la propria femminilità. La donna Andrea Mondin custodisce dei valori saldi, ma possiede quell’apertura mentale che le consente sempre di cogliere ciò che accade nel mondo…mi piace definirla “una sognatrice romantica del futuro”.

Chi è Andrea quando non veste i panni dello stilista? Passioni e interessi nel tempo libero?
Negli ultimi due anni non ho avuto molto tempo libero: il mio hobby principale è stato il mio lavoro. In ogni caso, amo vivere all'aria aperta, praticare sport, cucinare per gli amici, andare al cinema. Mi piacciono l’antiquariato, i viaggi, aiutare chi ha più bisogno di me, stare con la mia famiglia e miei affetti più cari.

Cosa sogni per il futuro del tuo brand?
Sogno che il brand cresca a livello mondiale, ma soprattutto che sia conosciuto ed apprezzato dalle donne che hanno ispirato la mia creatività: attrici, scrittrici, attiviste… Mi auguro che il mio marchio possa acquisire un’identità sempre più forte, che duri nel tempo, anche dopo di me.

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