© Afp | Tatuaggi e celebs: David Beckham
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Piccola guida su come scongiurare il rischio di infezioni e arrossamenti ma anche che sbiadisca o si opacizzi
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È un'arte, a tutti gli effetti. Prendersi cura di un tatuaggio richiede molta attenzione, soprattutto nelle prime ore, quelle immediatamente successive alla sua realizzazione. Questo per scongiurare il rischio di infezioni e arrossamenti ma anche per permettere alla pelle di 'guarire' nel migliore dei modi, di rendere i tratti del disegno definiti e i colori vividi. Come fare allora una corretta manutenzione?
LE PRIME CURE - La premessa fondamentale è quella di seguire scrupolosamente le indicazioni del proprio tatuatore. In linea di massima, subito dopo la realizzazione del disegno è bene non rimuovere assolutamente la protezione (la pellicola o la garza) nelle due-tre ore successive. Trascorso questo lasso di tempo, prima di procedere alla rimozione, è necessario lavarsi accuratamente le mani con un sapone antibatterico e poi passare al lavaggio del tatuaggio. Bandite spugne o altro, si usano solo i polpastrelli delle dita. Non grattate assolutamente, nemmeno in caso di prurito (resistete, si creerebbero irritazioni e crosticine e sarebbe molto peggio). Per asciugarlo va benissimo la carta assorbente (l'asciugamano potrebbe rilasciare pelucchi), senza strofinare. Va poi passato sopra un velo leggero della crema che vi è stata consigliata dal vostro esperto di fiducia.
LA MANUTENZIONE - Sempre in generale, durante il periodo di 'guarigione' dell'epidermide, il tatuaggio va lavato una volta al giorno e trattato con la crema 'aftercare' tre-quattro volte al giorno. Va evitata l'esposizione al sole (è il nemico numero uno). Vanno evitati anche il mare, la piscina, la sauna, gli abiti attillati. La pelle va sempre mantenuta idratata, anche a guarigione avvenuta, così che il disegno possa mantenersi nelle condizioni ottimali e i colori non risultino opachi e sbiaditi.