Design, geometria delle forme e alta manifattura sono gli elementi fondanti della prima collezione della famiglia Giaquinto
di Elena Misericordia© ufficio-stampa
A partire dagli anni ’70 la famiglia Giaquinto confeziona borse da donna di alta gamma. Una lunga tradizione nel settore della pelletteria di lusso che ha inizio con Gennaro, il capostipite, all’epoca operaio in una piccola fabbrica di Napoli, e che oggi prosegue, di generazione in generazione, con i figli Claudio e Paolo.
Per molti anni produttori per maison d’haute couture come, dapprincipio, Cesare Paciotti, Dolce&Gabbana, Prada e Gucci, quindi fornitori in esclusiva per Dior. Nel 2015 il grande salto: nasce il brand Giaquinto. Accessori di alta manifattura, realizzati con l’esclusivo utilizzo di pellami pregiati. Il progetto di stile, totalmente Made in Italy, unisce innovazione e tradizione, trovando ispirazione nell’arte contemporanea e nel design, in quel disordine mentale dell’artista che trasforma il pensiero astratto in materia concreta e funzionale. La prima collezione del marchio campano, presentata per la prossima Primavera-Estate, pone minuziosa attenzione al taglio e alle rifiniture manuali di ciascuna borsa. L’interazione tra linee, materiali e colori conferisce ad ogni singolo pezzo un valore di iconicità che prende le distanze dalle forme ordinarie e consolidate del mercato del contemporary luxury.
Claudio Giaquinto, CEO del brand, ripercorre le tappe di questo straordinario percorso lungo la strada delle borse di lusso, oggetto previlegiato del desiderio di ogni donna, prolungamento glamour del corpo, in cui sono segretamente racchiuse la complessità e la magia dell’universo femminile.
La vostra azienda è un importante baluardo dell’eccellenza Made in Italy nel settore della pelletteria d’alta moda. Quali sono state le tappe più significative nello sviluppo e nella affermazione della vostra attività imprenditoriale? Possiamo parlare di una “storia di famiglia”?
Certamente. L’Heritage di Giaquinto inizia verso la fine degli anni ’70, con mio padre Gennaro, che a soli vent’anni decise di fondare il suo primo laboratorio di pelletteria. Ma è solo nel 2002, insieme al mio supporto e a quello di mio fratello Paolo, che nasce la P&C (dalle iniziali dei nostri due nomi, Paolo e Claudio), azienda specializzata nella produzione di borse e accessori per il mercato del lusso. Nel giro di pochi anni siamo passati da essere una piccola attività a gestione familiare ad un’azienda tra le più consolidate del nostro territorio, eccellendo in qualità, disciplina e tecnica. Nel 2015 il passo più importante: la mia famiglia ha infatti deciso di sbarcare sul mercato con il proprio omonimo brand, attraverso la creazione di un ufficio stile giovane e ambizioso. Grazie alla preziosa manodopera dei nostri dipendenti, con i quali la mia famiglia si confronta in prima persona, siamo riusciti ad approdare in uno dei salotti d’élite più “in” del nostro Paese: Massimo Bonini showroom. Il primo gradino verso il futuro di Giaquinto.
Tu e tuo fratello Paolo come riassumereste il vostro percorso di formazione umana e professionale? Quanto ha influito essere nati e cresciuti in un contesto familiare ricco di storia e tradizione nel mercato delle borse di alta gamma?
È stato il nostro “Tutto”. Abbiamo creduto in questo progetto, nella passione e nell’etica di nostro padre, basata sullo spirito del sacrificio. Da lui abbiamo ereditato l’amore per questo antico mestiere ed abbiamo deciso, in modo assolutamente naturale ed autonomo, di seguire le sue orme, facendo tesoro della sua grande esperienza. Ricordo ancora quando tutto è iniziato: eravamo molto giovani, con delle forbici e un piccolo martello in mano, desiderosi di entrare in azione. Oggi, invece, siamo a capo di un’importante azienda.
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Quando e come è nata di creare il vostro brand?
L’idea di fondare un nostro brand era dentro di me da sempre, ma soltanto cinque anni fa, durante un viaggio a New York, ho raggiunto la piena consapevolezza di questo progetto. Lavorando per grandi firme nazionali ed internazionali è maturata in noi la voglia di metterci in gioco e di dar vita a ciò che sappiamo fare meglio: realizzare borse.
Quali sono le caratteristiche essenziali delle vostre borse?
Siamo partiti da una collezione di stile, iconica e con forme inusuali, per realizzare un progetto unconventional, fuori dall’ordinario. L’ambiguità dell’apparenza si trasforma in cangianze luminose e colorate. I confini netti e le esperienze tattili esaltano le emozioni. Il femminile è sottolineato da curve sinuose e volumi gentili. La palette dei colori, neutri ma mai indecisi, rispecchia lo stile minimale del progetto. In un mondo in cui tutto è già stato inventato, le nostre borse tendono ad un recupero dell’essenzialità del segno.
A cosa si ispira la vostra prima collezione per la PE2019?
L’ispirazione arriva da tre macro fattori: il concetto di naturale, siamo infatti affascinati dal panorama e da tutte le sue declinazioni; l’arte contemporanea ed il design, la nostra “culla”. Tutto è movimento, tutto è arte, a partire dalle movenze del corpo di un danzatore fino alla morfologia di un’opera di Richard Serra.
A quale donna vi rivolgete?
Il nostro consumatore ultimo è una donna fashionista ed aperta ai nuovi brand dinamici, ma allo stesso tempo esigente, informata e mai convenzionale.
Che importanza assumono qualità dei materiali e tradizione artigianale nell’ambito della vostra produzione?
Sono due aspetti di fondamentale importanza. Infatti, nonostante le borse Giaquinto siano “fuori dagli schemi” e sempre al passo con i tempi, è soltanto attraverso gli insegnamenti ereditati dalla tradizione e all’utilizzo di materiali di prima scelta che siamo in grado di creare prodotti di ottima qualità.
Una lunga e gloriosa tradizione alle spalle, un progetto ambizioso in divenire. Cosa c’è nel futuro di Giaquinto?
Abbiamo un’idea di posizionamento mirato ad un target di qualità. Puntiamo ad affiliarci ai principali retailer e a realizzare con loro capsule collection custom-made. Vorremo inoltre dare avvio all’espansione del canale wholesale.