storie di moda

Marco Melis Eyewear. L’occhiale fatto da un italiano

Occhiali a tiratura limitata realizzati su misura come un abito sartoriale

21 Ott 2020 - 05:00

Empatia, passione e determinazione: queste le parole chiave che definiscono lo stile delle collezioni Marcomelis Eyewear. Sulle aste degli occhiali compare l’incisione “Fatti da un italiano” a testimoniare, con orgoglio per le proprie origini e assunzione di responsabilità, come l’intero prodotto sia realizzato esclusivamente in Italia, a differenza di quanto fanno invece molti altri competitor, che delocalizzano in Paesi distanti per cultura, etica e storia produttiva, pur fregiandosi del titolo generico “Made in Italy”. 
 

Marco Melis Eyewear. L’occhiale fatto da un italiano

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Gli occhiali firmati Marco Melis si rivolgono al singolo e rispondono alla necessità di esaltare le sue peculiari caratteristiche di unicità. In termini sartoriali anche gli occhiali hanno la loro taglia, le proprie sfumature, i loro colori. Marco Melis propone diverse suggestive variabili, il viso che le indossa afferma poi la propria inimitabile identità.

Chi è Marco Melis? Qual è stato il tuo percorso di formazione?

Io nasco come prototipista di occhiali. A quel tempo, materiale alla mano (la plastica, il frontale, le aste…), la domanda che mi ponevo era sempre la stessa: “quale forma dovrà assumere questa lastra?”. In altre parole, il mio mestiere era quello di modellare la materia prima sino ad ottenere un prodotto finito, non solo esteticamente bello, ma anche funzionale. Il passo da prototipista a designer è stato molto breve ed ha comportato un approccio inverso rispetto a quello più comune. Ancora oggi il mio può forse definirsi come un atteggiamento da “empirico”: partendo dal materiale, la plastica, la vado a limare e a tagliare fino a quando non raggiunge una parvenza di forma che, accostata al viso, inizia ad assumere una sua identità; solo a quel punto realizzo a mano il disegno di ciò che mi è concretamente apparso. In questo modo sono certo di creare qualcosa che si possa realmente calzare e, da questo punto di partenza essenziale, posso poi sviluppare la mia idea creativa. 

La passione per il design da dove nasce? 

Sono stato influenzato da mio nonno Virgilio che, nelle miniere in Sardegna, stava un passo indietro rispetto ai picconatori ed interveniva subito, una volta aperto il varco, per realizzare l’impalcatura in legno, in modo da impedire che la struttura franasse. La sua falegnameria era famosa nel sud dell’Isola e si muoveva al seguito dei picconatori da una miniera all’altra. Io, sin da bambino, sono sempre stato affascinato da questa sua manualità nel lavorare il legno. Ricordo ancora le miniature che realizzava…piccolissimi comò con ventiquattro minuscoli cassetti, tutti rivestiti in velluto, con meticolosità certosina. La mia manualità nella realizzazione dei miei occhiali è sicuramente un’eredità di mio nonno.
 
 

Come mai proprio gli occhiali? 

Negli anni ’90 ho capito che volevo fare moda, imprimere la mia creatività su un prodotto. Non avevo però ben chiaro in quale settore, se nell’abbigliamento o negli accessori. Ho così iniziato a prendere delle lezioni di disegno. Non sapevo disegnare i corpi ma soltanto i visi...quale miglior accessorio di un occhiale? 
Mi sono presto ritrovato a disegnare bozzetti per un’azienda del Cadore, distretto per eccellenza dell’occhialeria, che realizzava occhiali per tutti i più grandi brand in qualità di terzista. Quando mi sono accorto che i miei disegni erano diventati i modelli dell’uno o dell’altro marchio famoso, mi sono deciso a mettermi in proprio e a proporre personalmente le mie idee.

Quando e com’è nato il brand Marcomelis Eyewear?

Nel 1996, con i miei soci, ho fondato la mia prima azienda, X-Ice. Con un altro designer, realizzavamo collezioni che in breve tempo hanno raggiunto una distribuzione a livello mondiale. Ad un certo punto, però, ho maturato la consapevolezza di non voler più fare occhiali con il controllo numerico, non volevo trasferire ad un computer quello che avevo in mente, non mi interessava rincorrere la grande distribuzione: io volevo fare l’artigiano e confezionare occhiali sartoriali. Ho avvertito la necessità di ritornare a quella stessa manualità di quando facevo il prototipista. Quindi ho venduto la mia quota societaria e sono andato ad inseguire la mia passione. Tra l’altro, quando la produzione degli occhiali si è spostata in Cina, per seguire logiche di ottimizzazione dei costi, il Cadore è morto e intere famiglie sono rimaste senza lavoro. Io, nel mio piccolo, ho preferito tornare a dare impulso a questa nostra piccola realtà di grande eccellenza.

Che importanza assume quindi per te l’artigianalità Made in Italy? Possiamo forse parlare addirittura di qualcosa in più? Mi riferisco, ad esempio, alla frase incisa sulle aste dei tuoi occhiali: “Fatti da un italiano”…

Come ho raccontato sinora, l’artigianalità per me è tutto. “Made in Italy” purtroppo però al giorno d’oggi non vuol dire più niente. “Fatti da un italiano” diventa un rafforzativo necessario proprio per sottolineare la pura artigianalità del nostro Paese, applicata ad un prodotto al 100% realizzato in Italia con componenti e materiali italiani.

Di recente ispirazione, il progetto “Diva”. Di cosa si tratta?

Durante il lockdown ho realizzato una collezione che chiamerò “Diva”. Ho scelto una donna, Claudia, non una modella, ma una donna vera, anche nella sua straordinaria bellezza. A lei ho attribuito il compito di interpretare una diva. Stiamo già girando un corto che la vede protagonista sullo sfondo di Venezia. Questa nuova capsule prevede un’unica forma di occhiali in sei colori. Il numero sei, in base ad uno studio, riassume tutte le forme dei volti delle donne: a cuore, a diamante, rettangolare, squadrato, rotondo, ovale. Per ciascuna di queste forme ho individuato una diva di riferimento, da Sofia Loren a Virna Lisi, tutte rigorosamente italiane. Per ognuna di esse, in base alla peculiarità del volto riconducibile ad una delle sei forme, ho scelto il modello che meglio le rappresentasse. Da questo mix è derivata una forma unica di occhiale, universale, capace di trasformare in diva qualunque donna la indossi!

Possiamo paragonare i tuoi occhiali ad un abito sartoriale? In che senso?

Mi piace paragonare i miei occhiali ad un abito sartoriale. Utilizzo infatti un pantografo degli anni ’60, che non ha una USB e non è collegato alla tastiera di alcun computer. Il mio è un occhiale limato: un frontale grezzo, che diventa il cliché, applicato con una chiavetta a brugola sulla testa del pantografo; questa sagoma viene poi delineata con una puntina, simile a quella di un grammofono…è così che i miei occhiali vengono tagliati a mano, uno ad uno…proprio come se uscissero da una sartoria!

Personaggi dello spettacolo del panorama nazionale e internazionale, tra cui – solo per citare alcuni nomi – Gabriele Muccino, Giorgio Panariello, Michelle Hunziker, Alessio Boni, Monica Bellucci, Maria Grazia Cucinotta e addirittura Spike Lee, scelgono di indossare le tue creazioni. Ma, più in generale, a quale pubblico ti rivolgi?

Mi riferisco ad un pubblico “esclusivo”, che desidera un pezzo personalizzato, che fuoriesca dalle logiche dell’omologazione, che non sia sovraesposto sulle vetrine, ma che esalti la peculiare originalità di chi lo indossa. Il mio cliente è spesso colui che lavora con la propria immagine. Non dimentichiamoci che il viso è il nostro primo biglietto da visita e l’occhiale la sua cornice più importante. Molto spesso mi rivolgo ad attori o comunque personaggi dello spettacolo, che desiderano indossare un accessorio unico, di massima qualità, a partire dalla stessa lente…ho persino dovuto lavorare sul riflesso delle luci da studio!

A proposito di lenti…

Per i miei occhiali utilizzo delle lenti speciali, che si chiamano CR39 UV400. La lente non ha solo una funzione estetica, ad esempio per bellezza dei colori. A volte, infatti, sono costretto a rinunciare ad alcune lenti dalle tonalità accattivanti in favore della performance. Cosa intendiamo però per lenti performanti? Innanzitutto, la lente deve assolvere la funzione di protezione dell’occhio. Il livello di protezione garantito dalle CR39 UV400 è eccelso, al di sopra soltanto il cristallo, che però risulterebbe troppo pesante per un occhiale artigianale. Sui miei occhiali montiamo quindi una lente di plastica nobile con il filtro che assicura totale protezione da tutti i raggi gamma, inoltre viene sempre aggiunta una doppia passata di antiriflesso interno. 

Chi è Marco nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?

Sono un appassionato di golf, mi alleno in palestra, seguo un’alimentazione sana, sono amante di motociclette che infatti colleziono: le disegno e le modifico…secondo la mia costante logica di personalizzazione!

Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?

Sogno di aprire dei monomarca… e in parte il mio desiderio si sta già realizzando. Ho infatti aperto il mio primo store a Milano. Presto a Treviso, a Brescia, a Verona e a Roma. Saranno dei piccoli “showroom-design” dove disegno ed espongo. Il cliente viene, prendiamo le misure e poi riceverà l’occhiale direttamente a casa.

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