© IPA | Natalie Portman
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Il "jolly" dell'estate. Versatile e amatissimo dalle celebs, è l'unico accessorio moda riconosciuto e “tutelato” dall'Unesco
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Il "jolly" dell'estate. Il cappello di paglia è l'evergreen di stagione, tra i "must have" più amati. Versatile, si indossa dai contesti formali a quelli più disimpegnati, dai matrimoni alla spiaggia, dalle strade di città agli spalti degli stadi. Simbolo di eleganza e di stile, fa parte della storia del costume italiano e per l’Unesco dal 2012 è Patrimonio immateriale dell'umanità, unico tra gli accessori di moda.
Le origini del cappello di paglia risalgono al Settecento, quando era usato dai contadini per proteggersi dal sole durante il lavoro nei campi. La sua produzione si è poi trasferita in Toscana, diventando molto in voga tra i nobili che affrontavano il Gran Tour d’Italia. Il modello Panama, unisex, dal 2012 è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’umanità, per via della “preziosa trama di paglia, frutto di un processo complesso, che rappresenta una tradizione artigianale trasmessa da generazione a generazione”. Tra i tipi più amati e indossati c'è anche il trilby, caratterizzato dalla falda piuttosto stretta, piegata in giù sul davanti e all'insù nella parte posteriore. Differisce perciò dal Fedora (così chiamato nei paesi anglosassoni), che presenta invece una tesa più larga e orizzontale.