Eventi a porte chiuse, bisogno di rallentare, senso di responsabilità per essere più vicini alla gente
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C'è bisogno di una dimensione più umana, più vicina al pubblico. L'ha ribadito più volte negli ultimi mesi Giorgio Armani. Una riflessione ispirata dal lockdown e dalle difficoltà legate alla pandemia. Una spinta al cambiamento, a rallentare, a rendere il sistema moda più legato alla realtà, all'autenticità, alle esigenze vere delle persone. È in quest'ottica che lo stilista ha annunciato un'importante novità in vista delle sue sfilate in programma nel corso della prossima Milano Fashion week: per la prima volta in assoluto, quella dedicata alle collezioni primavera-estate 2021 sarà trasmessa integralmente in televisione, in prima serata.
Giorgio Armani - Courtesy of Giorgio Armani
UNA CHIUSURA CHE DIVENTA APERTURA - "La decisione dello stilista è stata presa per permettere che il défilé, registrato a 'porte chiuse', possa raggiungere il grande pubblico", si legge nella nota della maison. Oltre alla tv, si potrà seguire la stessa sfilata primavera-estate 2021 di Giorgio Armani uomo e donna anche, e in contemporanea, su armani.com, sui canali social del marchio e sulla piattaforma di Camera Nazionale della Moda Italiana. Per quanto riguarda, invece, le collezioni Emporio Armani uomo e donna primavera-estate 2021 saranno, invece, presentate in digitale con un video speciale giovedì 24 settembre alle ore 11.30 su emporioarmani-buildingdialogues.com, il mini sito dedicato al progetto, sui canali social del marchio e sulla piattaforma di Camera Nazionale della Moda Italiana. Nel video, girato nel quartier generale di via Bergognone, oltre ai modelli, indosseranno abiti Emporio Armani anche giovani attori, cantanti, ballerini e altri personaggi appartenenti ai mondi vicini al brand.
UNA DIMENSIONE PIÙ UMANA - Lo stilista è stato il primo a sfilare a porte chiuse durante la Fashion week milanese dello scorso febbraio, il primo a mobilitarsi tra donazioni e produzione di camici per il personale sanitario già all'inizio della pandemia, il primo a sollevare una riflessione sulla necessità di una moda più attenta, vicina alla realtà, alle esigenze del quotidiano, etica e responsabile.