© sito ufficiale | Da Vogue Usa (vogue.com) | Harry Styles Photographed by Tyler Mitchell, Vogue, December 2020
© sito ufficiale | Da Vogue Usa (vogue.com) | Harry Styles Photographed by Tyler Mitchell, Vogue, December 2020
“Gender fluid”: la strada contro gli stereotipi di genere è tracciata. Ma non ancora completamente accettata
© sito ufficiale | Da Vogue Usa (vogue.com) | Harry Styles Photographed by Tyler Mitchell, Vogue, December 2020
© sito ufficiale | Da Vogue Usa (vogue.com) | Harry Styles Photographed by Tyler Mitchell, Vogue, December 2020
Non è certo la prima volta che Harry Styles indossa abiti femminili. Il cantautore britannico, noto ai più per aver fatto parte degli One Direction, lo aveva già fatto, ad esempio, in occasione del Met Gala 2019, quando è apparso sul red carpet con una tuta nera da donna trasparente, orecchini di perle e unghie laccate. O, ancora, quando per altri eventi ha scelto tacchi alti, collane e colletti riccamente ricamati. A sollevare non poche polemiche sui social è ora la sua presenza sulla copertina di Vogue Usa…
SIAMO PRONTI AL GENDERLESS? - Il cantante, che è tra i sostenitori del “gender fluid” (la tendenza a non suddividere rigidamente la moda tra capi maschili e femminili, promuovendone la cancellazione e il match), è infatti il primo uomo ad apparire sulla cover del magazine di moda statunitense, quella del numero del prossimo dicembre. E lo fa indossando una micro giacca da smoking e un vestito da donna, con corpetto e balze in pizzo, creato per lui dall’amico Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. Nel corso della sua intervista rilasciata alla rivista, l’artista ha dichiarato di riuscire a trovare sé stesso in questa dimensione e di provare gioia giocando con i vestiti. Un aspetto che tocca le corde più profonde, certo, ma che allo stesso tempo promuove una vera e propria rivoluzione culturale. Cosa non gradita a tutti. Sui social è montata la polemica: oltre ai commenti sessuofobici, c’è chi grida alla messa in crisi dell’immagine di una mascolinità forte (come l’attivista politica conservatrice Candace Owens su Twitter), chi critica la “costante femminilizzazione dei nostri uomini”, chi chiede maschi più virili e chi bolla l’iniziativa come un vero e proprio “attacco”. La strada contro gli stereotipi di genere è ormai tracciata ma la sensazione generale è che tanto resti ancora da fare per renderla pienamente accettata.