Recuperare il proprio passato può rivelarsi un’ottima strategia. Soprattutto se il marchio ha una storia solida e distintiva
L’orologeria ha due tipi di patrimonio storico: uno che appartiene all’intero settore, fatto di grandi linee di tendenza, e uno “personale” di ciascuna marca, antica o “giovane” che sia. Fare riferimento al passato è generalmente un buon espediente, soprattutto nei momenti storici meno positivi, per non correre rischi riferendosi al “bel tempo che fu”, a canoni stilistici intramontabili, è più facile ottenere consensi. Ancor di più se si è in grado di fare riferimento a un passato specifico, diverso da ogni altro.
Come per il Santos de Cartier che, dopo 114 anni si rinnova per rimanere fedele a se stesso. All’apparenza un orologio e nella sostanza un oggetto nato dall’incontro (nel 1904, tra Louis Cartier e il suo amico Aviatore Alberto-Santos-Dumont) di due visioni capace di racchiudere un mondo che si rinnova costantemente mentre rimane fedele a se stesso; un orologio che ha dietro di sé una storia di evoluzione intrecciata con un rapporto di amicizia personale, proprio ora che dopo 114 anni dalla sua nascita si presenta in una nuova veste. La cassa e il bracciale sottili di oggi raccontatno, infatti, l’esigenza contemporanea dell’ergonomia degli oggetti e, soprattutto, degli accessori che indossiamo a contatto con il corpo. La forma della cassa e il cinturino si adattano perfettamente al polso grazie a uno studio ingegneristico che alleggerisce anche il peso, mentre le viti del cinturino diventano funzionali alla modulazione autonoma o alla sostituzione con uno in pelle o in alligatore. E quindi, tutto diventa anche personalizzabile, espressione di massimo lusso contemporaneo.
Il 2018 è un anno molto speciale anche per Jaeger-LeCoultre. Un anno in cui vengono festeggiati ben due anniversari importanti: i 185 anni della Manifattura e i 50 anni dalla nascita dell’iconico orologio Memovox Polaris, a cui si ispira la nuova collezione Polaris di Jaeger-LeCoultre della Maison d’Alta Orologeria, un omaggio a un’icona declinata in chiave contemporanea in diversi segnatempo. Un modello automatico a tre lancette, un cronografo, un cronografo con indicazione dei 24 fusi orari e due modelli dal look vintage: Jaeger-LeCoultre Polaris Date e Jaeger-LeCoultre Polaris Memovox. L’impeccabile maestria artigianale di Jaeger-LeCoultre, che prevede la realizzazione in-house di tutti i movimenti meccanici, si associa a resistenza, linee estetiche uniche ed eleganza sportiva, elementi imprescindibili per l’uomo moderno. La collezione Jaeger-LeCoultre Polaris è destinata così a diventare l’emblema di uno stile di vita dinamico.
Torna al passato Parmigiani Fleurier con il nuovo Toric, un chiaro riferimento all’esordio del marchio. Michel Parmigiani iniziò proprio con questo orologio, la cui cassa è ispirata alle colonne doriche, oggi rivisto alla luce dei mutati gusti estetici (spessore più ridotto, sintesi stilistica più accentuata) e tecnici. Sotto questo punto di vista il movimento meccanico a carica automatica del Toric si distingue per il progetto (lunga autonomia che consente maggiore precisione, ma anche un raffinato bilanciere a inerzia variabile prodotto da una fabbrica del piccolo gruppo Parmigiani) e per l’esecuzione, impeccabile sotto ogni punto di vista. Il prezzo, tenendo presente la cassa in oro con una preziosa godronatura sulla lunetta, è nel suo genere concorrenziale.
Daniel Wellington è un fenomeno internazionale recente: non avrà una propria storia, ma ci sono riferimenti alla storia dell’orologeria, riferimenti interpretati con un buon gusto che alcuni considerano inaspettato in relazione al prezzo. L’esperienza del marchio è la dimostrazione che un buon progetto non costa necessariamente caro, che intelligenza e buon gusto non sono appannaggio esclusivo dei marchi storici più raffinati e costosi. Una delle caratteristiche più interessanti, in questo Sheffield, è l’innesto di stilemi «nordici» (il riferimento potrebbe essere alla variante svedese del Bauhaus) in un impianto di base semplicemente classico. La sottilissima lunetta «apre» il quadrante e lo rende comunque moderno.
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