Santaniello. La tradizione campana dell’abito maschile in chiave contemporanea
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Il luxury brand sartoriale veste l’uomo moderno di eleganza senza tempo
di Elena MisericordiaSantaniello, storico brand campano di abiti maschili, nasce dal matrimonio, di vita e di professione, tra il sarto Biagio Santaniello e la pantalonaia Carmela Forino. Tradizione sartoriale, cultura artigianale e manifattura Made in Italy si fondono per dare origine ad un abbigliamento evoluto, basato sull’interpretazione dei classici in chiave contemporanea.
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Creare nuovi classici è infatti il filo conduttore che lega le collezioni attuali alle radici del marchio. L’obiettivo è quello di vestire l’uomo dei nostri giorni, dinamico, intraprendente e cosmopolita, attraverso un abbigliamento capace di far convivere forma e funzione, estetica e praticità.
L’azienda Santaniello – capitanata oggi dai figli, Antonio, Giuliana e Carmine – si fa promotrice di una rinnovata visione della sartoria campana, in grado di coniugare tradizione e innovazione, eleganza e funzionalità.
L’arte manifatturiera si arricchisce tramite la ricerca e la sperimentazione, mettendo in atto nuovi processi di tintura, stampa e lavaggio. Lo dimostra la collezione Primavera-Estate 2023: un viaggio immaginario attraverso nuove rotte, senza però mai perdere di vista le coordinate del passato.
È così che le esigenze di forma si confrontano con prospettive più attuali e l’abito approda anche nei contesti meno rigorosi, all’insegna della comodità e della versatilità. Lo smoking, ad esempio, viene proposto in una palette cromatica variegata e inusuale. Tra le cromie della SS23 dominano le sfumature del blu, gli azzurri, diverse variazioni di rosa, verdi, gialli e tonalità neutre.
Tra i pattern stagionali ci sono motivi floreali e maxirighe di ispirazione marinara. Non mancano gli abiti realizzati in Lycra stretch, lavabili in lavatrice senza necessità di stiraggio. Per l’uomo-viaggiatore del nostro tempo, sempre raffinato ed elegante, in tutte le occasioni della vita moderna.
Quando e com’è nato il brand Santaniello? Possiamo parlare di una storia di famiglia?
La Biagio Santaniello è stata fondata oltre cinquant’anni fa da Biagio e Carmela Forino, marito e moglie, lui sarto e lei pantalonaia. L’azienda ha iniziato la sua avventura dapprima con la produzione del pantalone per poi arrivare a realizzare anche la giacca. Oggi conta circa centosedici dipendenti, ma non ha mai perso il carattere familiare che la contraddistingue sin dalle origini. La conduzione oggi è passata ai figli di Biagio e Carmela: Antonio, che si occupa dello stile e dell’area commerciale, Giuliana, che gestisce la parte amministrativa insieme alla cognata Monica, ed infine Carmine, che presiede alla modellistica e alla produzione. Da Biagio Santaniello si producono circa 1000 pantaloni al giorno e 250.000 in un anno, 200 giacche al giorno e 40.000 all’anno. Attualmente, oltre i confini nazionali, le collezioni sono distribuite in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Danimarca, Giappone e Corea.
Quali sono le cifre stilistico-distintive dei vostri abiti?
La nostra giacca rispecchia i canoni della tradizione napoletana, ma al tempo stesso ci siamo voluti sganciare da un prodotto molto connotato in favore di un capo dal respiro più internazionale. Non significa però che non siamo legati alla tradizione sartoriale campana e alla nostra terra, ma semplicemente che abbiamo voluto creare un prodotto nuovo, con una propria immagine e personalità. Ad esempio, la manica è completamente svuotata e cucita a camicia, come insegna la miglior tradizione, facciamo inoltre il cran molto alto e la tromba della manica un po' più aperta per rappresentare il caratteristico effetto a sbuffo. Abbiamo tuttavia evitato quei tratti troppo campanilistici, come il revers molto largo e l’abbottonatura un po' più bassa.
Cosa proponete per la SS23? Quali sono i capi di punta della vostra collezione primavera-estate?
Accanto alle giacche a due bottoni, proponiamo giacche a tre bottoni strappato a due e giacche doppiopetto. Anche per questa stagione continua la contaminazione con il mondo workwear, per portare avanti un nuovo modo di pensare l’abito tre pezzi, con gilet e giacca-camicia abbinati ai pantaloni. L’overshirt Zagara è ormai un nuovo classico di Santaniello, con colletto a camicia e doppia tasca a toppa sul petto. Tra i gilet, il Follaro con scollo a V, due tasche, taschino a toppa sul fronte e la classica fibbia regolatrice sul retro, quindi Silene, con collo a giro e iconica tasca lavoro sui fianchi. Novità di stagione è l’abito smoking con collo sciallato e revers realizzato nello stesso tessuto della giacca, senza contrasto in seta, nei toni pastello.
Che importanza assume la tradizione sartoriale Made in Italy nell’ambito della vostra produzione?
Fondamentale. Il passato per noi è sempre presente. Pur confezionando capi moderni dal twist contemporaneo, la concezione sartoriale fa parte del nostro dna. Il prodotto viene realizzato interamente nella nostra azienda, a Salerno.
Come riuscite a coniugare passato e futuro? Possiamo parlare di uno stile “classico evoluto Santaniello”?
Base di partenza è sempre la tradizione sartoriale, la modellistica tuttavia deve essere aggiornata e adeguata ai tempi. I nostri clienti asiatici, che sono ad esempio molto attenti alla sartorialità, prediligono abiti dalla vestibilità contemporanea senza costruzioni pesanti. Il prodotto deve evolversi di pari passo con i cambiamenti di costume che intervengono nella società, non deve legarsi mai in senso statico ad una tipologia di costruzione. Per questo i nostri capi sono interamente decostruiti. Possiamo quindi, a ragione, definire i capi Santaniello un vero classico evoluto. La nostra è una sartorialità moderna, che si mette in gioco e che porta sempre dentro di sé nuove ispirazioni. L’obiettivo è che i nostri capi vengano scelti dai ragazzi che indossano jeans e sneakers. Offriamo un prodotto versatile, fruibile da più persone diverse tra loro per occasioni d’uso differenti.
Santaniello propone abiti raggruppati secondo diverse etichette che interpretano le differenti anime della moda. Quali sono i punti di forza delle vostre linee?
Sì, proponiamo una collezione con diverse linee. Ad esempio, la Linea Accademia, che ha un’ispirazione militare, sia nella modellistica che nella materia prima. Di questa linea fa parte il giubbino corto modello Anemone, che trae ispirazione proprio da una capo militare francese, realizzato però con tessuti giapponesi. I nostri punti di forza sono la ricerca e la metamorfosi. La ricerca costante sul filo e sul tessuto determina il carattere e la personalità dell’abito. Il tessuto, infatti, ne rappresenta l’anima. Si parte dalla materia prima, che viene trasformata sino a condurre ad un risultato finale inedito: un tinto filo che in realtà è un tinto capo.
Com’è l’uomo Santaniello?
Moderno, cosmopolita, al passo con le esigenze dettate dal cambiamento, anche climatico, e dalla voglia di viaggiare.
Progetti e sogni per il futuro?
Aprire un nostro monobrand a Milano e poi in una capitale europea. Tra i sogni, che speriamo possano realizzarsi quanto prima, vi è quello di dar vita ad un archivio aziendale per poi metterlo a disposizione del pubblico e degli studiosi di moda. Al momento in realtà disponiamo di un archivio di cartelle colori, tessuti, tecniche di lavorazione e classificazioni dei materiali: in esso è racchiuso tutto il lavoro svolto per le collezioni proposte dal 1989 sino ad oggi.