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Sfilate uomo: 10 show da ricordare

Da Dolce & Gabbana a Prada, passando per Marni e Versace: ecco i brand che hanno conquistato le passerelle della primavera-estate 2019

19 Giu 2018 - 11:54
© portfolio-mondadori

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DOLCE & GABBANA
Questa volta Domenico e Stefano hanno davvero stupito tutti, riportando in passerella Monica Bellucci, che ha aperto la sfilata della collezione uomo per la prossima primavera-estate (l’ultima sfilata di Monica è stata nel 1992). L’attrice è apparsa in passerella su una pedana emersa dal sottosuolo, attorniata da modelli. In completo pantalone nero, con la camicia bianca e i capelli lisci all’altezza delle spalle, ha sfilato tra gli applausi. La sua presenza non è stata l’unica sorpresa della passerella, dove hanno poi fatto la loro apparizione due top che fanno parte della storia della moda e della Maison: Marpessa e Naomi Campbell, entrambe vestite con completi pantalone da uomo, sensualissime. A completare il casting, modelli e millennial e gente presa dalla strada: signore anziane in tuta, coppie omosessuali, famiglie con bambini. Un percorso in cui, come dice il titolo del video “Dolce & Gabbana, DNA Evolution” arrivato allegato all’invito, l’Ode all’amore termina con l’immagine di Stefano e Domenico che regge la scritta Amore Infinito, un’opera recitata nel grande teatro della Sicilia, terra madre per uno e terra scelta per l’altro. Tutto questo amore e tutto questo contenuto di siciliana cultura si notano e si raccontano in questa collezione che rappresenta l’evoluzione di una storia, di uno stile, degli stessi capi di abbigliamento e delle tante lavorazioni che dall’inizio a oggi Domenico e Stefano hanno trasferito sui tessuti. Ricami con filo d’oro sulle giacche che ricordano quelli dei mantelli reali ma anche quelli delle pianete che usano i sacerdoti cattolici per officiare la messa, stampe di putti barocchi ma anche della pasta, abiti sartoriali, tuniche di pizzo e ricamate come le cotte dei chierichetti, fregi barocchi su maglioni a rete, croci dorate ricamate sui bomber, tuxedo con giacche da camera trapuntate e strette in vita da una cintura annodata, immagini di madonne in bianco e nero sulle T-shirt, camicie in pizzo nero indossate sulla canottiera bianca, corni e corna rosse della superstizione stampate su giacche e pantaloni, scritte, paesaggi e ramages in una continua variazione che in passerella supera le 150 proposte. Tutte destinate a diventare must-have. 

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Versace
«Questa collezione è nata da diverse emozioni in momenti diversi e ciò che porto in passerella è una serie di uomini tutti differenti: dal ragazzo che ama lo street-style a quello più fashion fino al manager. Mi piace pensare che ognuno di loro possa trovare qualcosa di adatto al proprio stile. Sono uomini a cui non interessano le regole ed è proprio per questo che li amo: perché prendono posizione, hanno una propria opinione». Donatella Versace racconta così la sua collezione spring-summer 2019. Il defilè di Donatella Versace a tinte fluo, come il verde evidenziatore per certi completi classici, e a fiori grandi e piccoli che incorniciano le sontuose camicie di seta della maison. Sfilano uomini e donne. E che donne: due supertop come Kendall Jenner  e Gigi Hadid, in vestiti inguinali e spalle nude, minishorts e cuissardes. Per una sensualità ad alta gradazione pop tra patchwork di stampe, colori fluo e accenti sportivi.

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Prada
«In questa mia ricerca volta a trovare una nuova eleganza giovane ho esplorato varie possibilità, pensando a semplici pezzi da interpretare insieme in modo più elegante o sportivo, puntando sull’idea di libertà lasciata alla personalità di chi li indossa». E in questo lavoro in cui la semplicità è un punto di arrivo e non di partenza, Miuccia Prada riporta l’uomo di Prada a una silhouette asciutta disegnata attraverso pezzi che assumono un significato quando si combinano tra loro. Giacche in renna, shorts cortissimi, polo, giacche in tessuto, jeans slavati con la cintura dello stesso tessuto tagliati asciutti come i pantaloni in tessuto e colorati, giacche azzurro cielo e verde bottiglia, dolcevita in jersey stampato, camicie con le ruches e camicie stampate, giubbotti in pelle e maglia, borse con tracolla portata a monospalla come si fa con la spallina dello zaino, giacche sopra i pantaloni ma anche sopra gli shorts, scarpe mocassino, allacciate o bicolori con là suola bianca da barca, cinture elasticizzate a righe, soprabiti in kid mohair e cappotti in lana cammello, pantaloni classici sotto a giacche in jeans.

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N°21
«Sono partito da una voglia di luce e di calore, per riscoprire la fisicità naturale del corpo. Ho immaginato una Cuba fatta di tramonti, di colori, di cocktail e di palme. Una condizione semplice e rilassata che potesse riportare il corpo maschile a una condizione naturale, utilizzando gli elementi classici di un guardaroba reso attuale dalla contaminazione di elementi diversi che si sovrappongono», così Alessandro Dell’Acqua, direttore creativo e fondatore di N°21, spiega la collezione uomo per la primavera-estate 2019. Una collezione che si concentra su colore, calore, natura come elementi fisici di territori e località. Tutto ambientato in un’atmosfera esotica, alla riscoperta di un corpo il cui vissuto naturale si affranca dal condizionamento della cultura virtuale. Le trasparenze del Pvc colorato dei trench trapuntati si smorzano negli short dello stesso materiale indossati sui boxer in cotone, così come nei colletti sovrapposti a quelli delle camicie e dei soprabiti. Ed è subito must-have.

Marni
Lo scenario è quello di un garage sotto uno dei simboli di Milano, la Torre Velasca. Quello che conta per Francesco Risso, direttore creativo di Marni, è esprimere la tenerezza, la vulnerabilità dell'essere umano. Nel suo show, in scena nelle viscere della città sfilano eroi e antieroi di ogni epoca. Sotto i riflettori un giovane bohemien, dall'indole tutta sportiva ed il tocco morbidamente aggressivo. Marni porta in scena infatti qui a Milano Moda uomo uno stile subito fluido, svelto, comodamente oversize, dove le righe campeggiano, si coricano con spensierata noncuranza, seducono nel gioco eternamente bicolore del verde-nero, del giallo-rosso. 

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Giorgio Armani
Nel suo viaggio nell'universo maschile, Giorgio Armani tratteggia le silhouette senza calcare la mano: i volumi sono morbidi e leggermente over, i colori prediligono toni chiari, dal bianco gesso al grigio canapa, oppure le nuance del blu, con accenti di turchese, verde giada e azzurro polvere. Protagonista il doppiopetto, ma svuotato di ogni schematismo o rigidità di classica memoria: declinato in vari tessuti e fantasie e rivisto nei volumi, è abbinato a pantaloni con risvolto dal fondo ampio e di volta in volta prende la forma sporty di un blouson, oppure diventa un capo passe-partout da indossare con nonchalance in spiaggia, accompagnato da pant dai grafismi astratti.

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Dsquared2
Un esercito di combattenti urbani, reinterpretano codici e forme military con un meltin' pot di sportswear e vintage, sartoria e corsetteria. I gemelli più glamour del globo Dean e Dan Caten hanno immaginato per la prossima primavera-estate scenari futuristici: un palcoscenico su cui si muovono guardiani e sentinelle e in cui sono le donne a fare da guida agli uomini. Focus di stagione è il pantalone militare in cotone, declinato nei toni del verde e in versione desert camouflage oppure rivestito in tulle nero, con inserti fluo di nylon, in metallo o catarifrangenti. Un sistema interno di lacci e stringhe definisce i volumi, che acquistano carattere con maxitasche o cinghie da paracadute o con ganci con chiusura a baionetta. Per la donna c'è la versione più aderente, interpretata con corsetto a vita alta e tasche over, accostata alla felpa crop.

Fendi
In occasione della collezione primavera/estate 2019 di Fendi, Silvia Venturini Fendi ha deciso di collaborare con lo scultore e performing artist Nico Vascellari  e sul gioco delle letture al contrario e della variazione di posizione delle lettere costruisce in realtà il significato della collezione. Che, come accade molto spesso nella Maison romana, è anche qualcosa d’altro rispetto a quello che appare. Il risultato finale dell’immagine della collezione è infatti una lettura del fenomeno dello streetwear che si è talmente impossessato del guardaroba maschile che ormai si dichiara pronto a cambiare. Attraverso un racconto che procede per capi easy to wear come raincoat, blouson, pantaloni sartoriali, shorts sportivi, polo lavorate a maglia, si delinea invece una complessità più studiata. Un telo che copre il davanti di un bermuda, per esempio, e lo trasforma apparentemente in una gonna, una rete compone giacche e soprabiti e li fa sembrare trasparenti, giacche e giubbotti con le FF possono sembrare in PVC o in pelle, ma in realtà sono in tessuto di carta, piccoli diavoletti di nascondono nei jacquard di abiti formalissimi e sartoriali. E su tutto, il total black che avvolge la collezione in un sintomatico mistero di cui la moda ha sicuramente bisogno per cambiare.

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Neil Barrett
Il set up luminoso, inondato da una luce gialla e acida. Stampe floreali che sembrano un omaggio a Andy Warhol si mescolano coi classici del guardaroba maschile. Gli short sono irrinunciabili. Così Neil Barrett rilegge il concetto dell’uniforme tra sportswear, hi-tech e grafismi bucolici. Ed è subito must-have.

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Ermenegildo Zegna
“Questa straordinaria opera architettonica diventa la cornice ideale per una collezione che coniuga un senso di impalpabile leggerezza a linee definite e funzionali” spiega il Direttore Artistico di Zegna, Alessandro Sartori. Nasce così una nuova evoluzione del guardaroba contemporaneo, che unisce il concetto di sportswear alla cura per i dettagli e al craftsmanship del mondo Couture. L’atelier si trasforma in un laboratorio, ma conservando l’artigianalità e dando vita a nuove categorie: neologismi sartoriali che derivano dallo scontro armonioso di mondi opposti. Così il nuovo abito mescola giacca formale e pantaloni sportivi, oppure anorak e pantaloni sartoriali.

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