storie di moda

Federica Bonifaci & E+E INTERIORS. Una sinergia femminile tra moda e design

La stilista e architetto Federica Bonifaci insieme alle interior designers Esther Fassi e Elisabetta Raggio veste di tessuto bouclé il tavolino OTTO

di Elena Misericordia
16 Apr 2025 - 05:00

Federica Bonifaci è la fondatrice del luxury fashion brand che porta il suo nome. La designer ha deciso di intraprendere questo nuovo percorso stilistico dopo aver a lungo esercitato la professione di architetto, facendo confluire competenze tecniche e curiosità artistica in un affascinante progetto di alta sartoria, che risponde alla necessità di esprimere il proprio amore per la bellezza in un ambito creativo libero da qualsiasi vincolo strutturale e intimamente legato alla persona.

Federica Bonifaci & E+E INTERIORS. Una sinergia femminile tra moda e design

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© Ufficio stampa
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Capo d’eccellenza la cappa, inteso come capospalla classico da reinterpretare e sovvertire, in una visione contemporanea, genderless e sostenibile, di sofisticata fattura. Collezioni sperimentali e appassionate, che si sviluppano attraverso un’esplorazione profonda dei tessuti, delle peculiarità estetiche, delle varianti cromatiche e delle componenti del capo.

D’altronde, forse non tutti sanno che molti tra gli stilisti più famosi al mondo hanno un background di studi in architettura e interior design, vedi ad esempio Pierre Balmain e Gianfranco Ferré, non a caso conosciuto come “l’architetto della moda”. 

La moda e l’architettura godono da sempre di un rapporto privilegiato: due mondi divisi da una linea di confine estremamente sottile. Accade infatti molto spesso di poter intercettare sulle passerelle espliciti riferimenti a celebri opere architettoniche. Ma a volte succede anche il contrario.

È questo il caso della collaborazione tra la stessa Federica Bonifaci e E + E INTERIORS, progetto delle interior designers Esther Fassi e Elisabetta Raggio, che, proprio la scorsa settimana, durante la design week milanese, hanno presentato una nuova versione del tavolino OTTO, vestito per l’occasione di tessuto bouclé bianco e nero, in un gioco di contrasti che esalta il dialogo tra forme geometriche e superfici tattili.

Il tessuto aggiunge carattere all’oggetto, esattamente come nella costruzione di un capo di abbigliamento. L’eleganza del design si fonde con la ricchezza materica del filato, rafforzando il concetto di tailor-made ed esaltando il valore dell’artigianalità.
La visione condivisa di trasformare idee bidimensionali in progetti tridimensionali si manifesta in questo nuovo entusiasmante incontro tra moda e design, sartorialità e architettura: è così che prende vita uno straordinario complemento d’arredo rivestito in tessuto, come forma di comunicazione privilegiata tra volumi, texture e funzionalità.

Chi è Federica Bonifaci? Quali sono le tue origini e qual è stato il percorso che ti ha portata da architetto a fashion designer?

(Federica Bonifaci) Sono cresciuta a Roma, una città dove arte, architettura e cultura si respirano ovunque. Mi sono formata come architetto, ma fin da subito il mio sguardo è sempre stato attratto dalla moda come forma tridimensionale di espressione. Il passaggio dall’architettura al fashion design è stato naturale: in entrambi i casi si lavora con i volumi, i materiali, le proporzioni. La moda per me rappresenta un’estensione del pensiero progettuale, una possibilità di tradurre sulla pelle ciò che immagino nello spazio.

Capo iconico delle tue collezioni la cappa. Come mai questo indumento?

(F.B.) La cappa è certamente che meglio rappresenta la mia visione: ha un’aura senza tempo, è architettonica ma fluida, essenziale ma scenografica. Mi affascina perché riesce a raccontare molto con pochissimo e, al tempo stesso, lascia libertà a chi la indossa. È come una piccola architettura portatile: avvolge, protegge, valorizza il corpo senza costringerlo. Accanto ad essa, la collezione si completa con altri capi pensati per creare un guardaroba essenziale e coerente, in cui le forme, i volumi e i materiali dialogano tra loro con armonia. Ogni pezzo nasce con l’intento di accompagnare la cappa, amplificandone la forza espressiva e offrendo libertà di interpretazione a chi li indossa.

In occasione della Design Week 2025, dalla collaborazione con E+E INTERIORS, nasce una nuova versione del tavolino OTTO, vestito per l’occasione in tessuto bouclé. Qual è stata la genesi di questo progetto?

(F.B.) Il tavolino OTTO è un progetto firmato da Esther e Elisabetta, che mi hanno coinvolta per reinterpretarlo in chiave tessile. Fin dal primo confronto ci siamo trovate in grande sintonia, accomunate da una visione progettuale che mette al centro la materia, le forme e il dialogo tra discipline. Il nostro incontro è nato proprio da questa affinità: la volontà di trasformare idee bidimensionali in oggetti tridimensionali, capaci di raccontare un’estetica comune. Ho approcciato OTTO con lo stesso sguardo che riservo ai miei capi, cercando un equilibrio tra texture, struttura e sensorialità, affinché il materiale potesse colloquiare con il volume, esaltandone profondità e carattere.

E+E INTERIORS sono Esther Frassi e Elisabetta Raggio. Qual è invece la mission del vostro progetto come interior designers?

(Esther Frassi e Elisabetta Raggio): La nostra mission è superare le convenzioni, offrendo ai nostri clienti non semplici oggetti d’arredo, ma vere e proprie opere d’arte funzionali che riflettano un’estetica sofisticata e una passione condivisa per il design e la moda. Vorremmo che questi tavolini diventassero un simbolo di unicità e di un modo di vivere la casa come un’estensione del proprio stile personale.

Che cosa avvicina, in generale, la vostra visione al mondo della moda?

(E.F. e E.R.): Mantenere un elevato standard qualitativo nella realizzazione di ogni pezzo. La scelta di materiali pregiati e la cura artigianale della lavorazione per garantire un prodotto esclusivo, che porti con sé il valore del “fatto a mano” e l’attenzione al dettaglio, tipici della sartorialità nell’alta moda.

Quali sono le cifre stilistico-distintive del tavolino OTTO presentato al Fuorisalone e quale visione condivisa avete voluto trasferire?

(FB) Il tavolino OTTO in questa nuova versione parla di tattilità, di eleganza materica, di equilibrio tra geometria e morbidezza. Abbiamo voluto creare un oggetto che fosse allo stesso tempo scultoreo e accogliente, rigoroso e sensoriale. La nostra visione condivisa è quella di un design che emoziona, che invita a essere vissuto, toccato, interpretato.
(E.F. e E.R.): La visione che ci accomuna è anche quella di creare una connessione visiva e concettuale tra l’abbigliamento e l’arredamento, permettendo ai nostri clienti di esprimere la propria identità e il proprio gusto in modo ancora più completo e personale. La forma ottagonale, scelta in virtù della sua eleganza geometrica, diventa la tela ideale per esaltare la bellezza e la particolarità dei tessuti.

Progetti e sogni per il futuro?

(FB): Continuare a esplorare i confini tra le discipline, lasciando che l’architettura e la moda dialoghino sempre di più. E magari portare le mie cappe in nuovi luoghi e contesti, immaginandole dentro spazi che raccontano storie diverse.

(E.F. e E.R.): Continuare a unire le nostre competenze e la sensibilità estetica provenienti da mondi apparentemente distanti per dare vita a qualcosa di completamente nuovo e originale.

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