storie di moda

Ottomani. Geometrie optical e tessuti di pregio vestono abiti senza tempo

Emanuela Borda e Gianpiero Brighetti propongono abiti dall’eleganza raffinata per donne che interpretano la moda

di Elena Misericordia
27 Nov 2024 - 05:00

Ottomani è il marchio di abbigliamento fondato da Emanuela Borda e Gianpiero Brighetti. Gli abiti vengono interpretati come espressione autentica della persona: la missione estetica del brand, infatti, è proprio quella di vestire la donna secondo le sue attitudini, la sua morfologia e le peculiarità che la rendono unica. 

Ottomani. Geometrie optical e tessuti di pregio vestono abiti senza tempo

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© Ufficio stampa
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La donna non è dunque concepita come fruitrice passiva di mode imposte, ma come interprete originale e consapevole, che modula le tendenze sui propri codici individuali. Dal gusto di Emanuela e dai disegni tessili di Gianpiero, ingegnere nella mente e ritrattista nel cuore, prendono forma collezioni rivolte a celebrare tutto ciò che la produzione massificata ha perso: atemporalità, poesia e personalizzazione.

Una proposta antologica di modelli, che attingono al passato e vengono reinterpretati secondo la sensibilità delle tendenze contemporanee, andando oltre il concetto di collezione stagionale. Gli anni ’70-’80, ad esempio, vivono eternamente, come archetipo di base, nei pantaloni svasati, nelle spalline imbottite dei blazer, nell’essenza delle camicie.

Il kimono diventa uno spolverino d’antan, degno di una esibizione artistica, il tubino in jersey si lascia contaminare dalla seta stampata. Il robe manteu del ’700, le vestaglie da camera degli anni ’30, lo chemisier e l’abito sottoveste scoprono una nuova dimensione al passo con le mode del momento.

La robe de chambre indossata da Gue Pequeno, declinata in un completo in seta comfort-glam, porta proprio la firma di Ottomani, così come i pigiami da passeggio di Francesco Facchinetti, magnificati nel Cantante Mascherato. Capi di punta, proposti come intramontabili passepartout, il tailleur pantalone con gilet, le camicie dal polso importante, l’abito a sirena in sbieco, il pantalone palazzo. Le fantasie geometriche, che campeggiano incontrastate sui rasi di seta, sui twill, sui jersey di viscosa e sui crêpe di lana, trovano ispirazione nelle fantasie optical anni ’50, ma anche nelle miscellanee cromatiche di Van Gogh o negli elementi della natura.

Ciascun capo viene confezionato secondo la migliore tradizione tessile Made in Italy, rivolgendo una attenta cura sartoriale a ogni più piccolo dettaglio. La struttura delle taglie viene adattata alle peculiarità della persona e ogni pezzo viene tagliato singolarmente, utilizzando tessuti di pregio e soprattutto fibre naturali, a partire dalle fodere in viscosa, tratta dalle piante al 100%.

Il nome del brand attinge all’immaginario orientale, ma la materia è rigorosamente italiana. Perché la qualità vince sul logo e il portamento sull’ostentazione.

Chi sono Emanuela Borda e Gianpiero Brighetti? Quali sono le vostre origini e quale è stato il vostro percorso di formazione? 
Emanuela Borda è nata a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. All’età di diciotto anni si è trasferita a Bologna per intraprendere il percorso di studi in giurisprudenza e abilitarsi poi all’esercizio della professione forense che, attualmente, ancora svolge. Sin da bambina, appassionata di moda con un unico grande desiderio: creare, un giorno, un suo brand, ispirato alle icone degli anni ’70, in cui l’amore per i dettagli, per la manifattura artigianale e per la pregiatezza dei tessuti si fondesse con la ricerca di un perfetto equilibrio tra colori e nuove stampe, proponendo così capi unici ed esclusivi. Gianpiero Brighetti è nato a Bologna, ha conseguito la laurea in ingegneria, coltivando la sua passione per il disegno, in particolare i ritratti, e per l’arte in genere. Il suo sogno è sempre stato quello di poter trasfondere la creatività delle proprie opere progettuali e architettoniche nella moda, attraverso la creazione di fantasie che si concretizzano in un sofisticato gioco di cromie, frutto di un accurato studio, coadiuvato da Emanuela.

Quando e come è nato il brand Ottomani? Come mai la scelta di questo nome? 
L’idea del brand è nata nel febbraio del 2020, in piena pandemia Covid, con l’animo di reagire ad un periodo buio, cercando di dare espressione alla creatività dei protagonisti. Il nome Ottomani deriva dal fascino per il vicino Oriente, che ispira anche le creazioni del brand, con fantasie prevalentemente geometriche, in cui il colore, nelle sue svariate declinazioni, fa da protagonista. E così, come l’arte orientale è destinata a durare nel tempo, allo stesso modo il brand cerca di creare capi intramontabili, proponendo dei moderni classici. 

Quali sono le cifre stilistico-distintive delle vostre creazioni? 
I nostri capi sono connotati dalla semplicità stilistica; l’intento, infatti, è quello di mettere in primo piano le fantasie dei tessuti e l’armonia dei colori. I modelli si ispirano ai grandi classici, attualizzati secondo le tendenze moda del momento. Il brand propone, per esempio, l’abito chemisier, indossato nell’ottocento dalla donne a cavallo, l’intramontabile robe manteau, il classico blazer dalle spalle scolpite con bottone centrale, la camicia, caratterizzata da collo e polso ben definiti.

Che importanza assumono artigianalità Made in Italy e qualità dei tessuti nell’ambito della vostra produzione? 
I nostri capi hanno una impronta quasi sartoriale. Essi non vengono prodotti in serie ma realizzati, uno alla volta, nel nostro laboratorio. Ciò ci consente di rivolgere maggiore cura ai dettagli e di personalizzare i pezzi. Il confezionamento è rigorosamente Made in Italy e rappresenta uno dei punti di forza del nostro brand, unitamente alla qualità dei tessuti: vengono infatti impiegate solo fibre naturali, tra cui la seta, nelle varie tipologie, quali ad esempio il raso e il twill, quest’ultimo utilizzato anche per i nostri foulard. Ogni singolo capo viene rigorosamente selezionato e messo in vendita solo se soddisfa pienamente tutti i requisiti qualitativi.

Da dove arriva l’ispirazione per le vostre fantasie tessili? 
Le nostre fantasie si ispirano alle creazioni artistiche del vicino Oriente e alle linee geometriche che hanno caratterizzato la moda degli anni’70, con una accurata ricerca delle cromie e della progressione di colore.

A quali figura femminile vi rivolgete? 
I nostri capi sono indirizzati ad una clientela che ama distinguersi, ma con discrezione. Parliamo ad una donna che desidera essere notata, esprimendo al meglio la propria femminilità, attraverso degli outfit raffinati ed eleganti, senza però trascurare comfort e funzionalità. I nostri capi possono essere indossati indistintamente per andare in ufficio, partecipare a un party o a una cena galante. Non hanno né luogo né tempo.

Qual è il rapporto di Ottomani con le mode del momento? In che senso possiamo parlare di atemporalità dei vostri capi? 
Come detto in precedenza, i nostri capi sono dei moderni classici che, pur prestando attenzione alle novità stilistiche del momento, si caratterizzano per la semplicità che li rende intramontabili.

Progetti e sogni per il futuro? 
Desideriamo che il nostro brand possa essere apprezzato in tutto il mondo, esprimendo la nostra creatività attraverso fantasie sempre nuove. I nostri capi sono destinati a incorniciare il corpo della donna, come la più preziosa opera d’arte, celebrandone femminilità ed eleganza, a tutte le latitudini.

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