Art259design. La moda sartoriale intesa come opera d’arte
© Ufficio stampa
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Alberto Affinito propone abiti che liberano il corpo in un dialogo artigianale con il tessuto
di Elena MisericordiaAlberto Affinito è il founder e designer del brand di abbigliamento femminile art259design. Classe 1985, una laurea in Fashion Design allo IED di Roma, una pregnante esperienza formativa presso l’ufficio stile uomo di La Perla, quindi la realizzazione di un sogno, intimo e personale, attraverso la creazione del proprio marchio di moda.
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Le collezioni firmate Alberto Affinito si nutrono di istintiva creatività e artigianalità. Tratto distintivo del suo modus operandi è la manipolazione del tessuto, attraverso un dialogo scultoreo con le trame, che si sviluppa con spontanea reciprocità a partire dallo studio della materia prima. Alla base di ogni collezione troviamo un genuino approccio sartoriale, che nasce dal desiderio di vestire la persona con la volontà di aiutarla a sentirsi a proprio agio, affinché il benessere interiore emani verso l’esterno.
Gli abiti non devono mai costringere, limitare o annullare il corpo, ma assecondarne forme e movenze. Abiti, giacche, gilet e pantaloni vestono la donna in un gioco fluido e rilassato, i volumi over si adagiano sulla silhouette scivolando lungo le sue linee. La scelta di tessuti dalla battuta molto fitta, come il fresco di lana, che permette la realizzazione di capi che non si stropicciano, è mossa dalla ricerca di praticità nell’utilizzo quotidiano.
La collezione Spring-Summer 2024, “Come il giorno e la notte”, si distingue in due nette sezioni: il giorno, con i suoi daywear morbidi e funzionali, in fresco di lana vergine, jersey, tela e lino, dalle tonalità neutre con prevalenza del bianco, e la notte, appunto, con i suoi abiti raffinati e sensuali, in shantung o in raso, dai volumi più ristretti e dalla marcata predominanza del nero.
Una dualità decisa, che rimarca l’eterogeneità della moda di Alberto Affinito, oltre i canoni preimpostati e le regole obsolete, che costringono invece di liberare la più autentica espressione del sé. L’intera collezione è concepita all’insegna della pulizia, prediligendo capi dall’aspetto minimalista, nel pieno rispetto della filosofia “no spreco” volta a limitare gli scarti.
Art259design abbraccia le esigenze di una donna non convenzionale, sicura e determinata, capace di osare e di scegliere i capi che compongono il proprio guardaroba non in base ai trend di stagione, ma assecondando il proprio stile, con fierezza e audacia.
Chi è Alberto Affinito? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Mi piace descrivermi come un folle con lievi e passeggeri tratti di lucidità, con una visione che definirei nostalgicamente contemporanea. In realtà, sto ancora cercando (invano) di conoscermi; per ora, sono tutto e il contrario di tutto.
Sono nato a Roma, per puro caso, nel 1985. Sono quindi cresciuto a Potenza fino al liceo e, sempre per puro caso, mi sono ritrovato a studiare fashion design allo IED di Roma. Sono un eterno indeciso, quindi spesso per scelte molto importanti mi affido al destino, giustificando il tutto in ottica fatalista. Ho tuttavia scelto di entrare in accademia con l’idea precisa di avviare un mio progetto personale. Una volta conseguita la laurea, ho fatto un’esperienza molto formativa all’interno dell’ufficio stile uomo di Grigio Perla a Bologna e, dopo aver girovagato qua e là, ho deciso di mettermi in gioco e dare finalmente vita al mio sogno.
Quando e com’è nato il brand art259design? Come mai la scelta di questo nome?
È nato il 25 settembre del 2010. Desideravo con forza inserire dei numeri nel brand, in quanto mi hanno sempre affascinato. Non sono associati a un significato preciso, quindi possono cambiare con ogni nuovo capo, rappresentando l'elemento variabile del marchio. "Art" perché trae ispirazione dall'arte contemporanea, ma con un approccio interamente artigianale. In sintesi, l'arte e l'artigianalità si uniscono per creare un design fluido e mutevole, libero dagli stereotipi e non vincolato da dinamiche convenzionali, che lo costringerebbero a rimanere sempre uguale a sé stesso o a essere una mera copia di ciò che è stato.
Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue collezioni?
Quando mi approccio a una nuova collezione, molteplici elementi concorrono a renderla unica, ma uno su tutti è il senso di libertà senza limiti, che mi permette di esplorare ogni possibilità. Sperimentare e scoprire nuove strade è ciò che mi appassiona di più, nel tentativo di trasmettere meraviglia e curiosità. Le mie collezioni sono come figli che cercano attenzione e reclamano di riceverla. Durante la fase di progettazione, appena creo un capo, lo appendo immediatamente ad una gruccia e lo osservo per capire se cattura la mia attenzione; in caso contrario, capisco che non è ancora completo e continuo a lavorarci.
La collezione SS24 “Come il giorno e la notte” può essere definita una collezione duale. In che senso?
Mi diverte assegnare nomi alle mie collezioni, poiché rappresentano il frutto di una storia autentica che si crea inevitabilmente nel corso dei tre mesi di progettazione. Ad esempio, "Come il giorno e la notte” esprime il concetto che all'interno di una stessa collezione sono racchiusi due elementi distinti che si prestano a essere indossati da persone molto diverse tra loro ma anche dalla stessa persona in momenti differenti. Questo è il tratto costante di ogni mia collezione che, non solo si differenzia dalle precedenti, ma contiene al proprio interno due aspetti distinti, pur legati tra loro. Forse possiamo leggerci anche una risposta scherzosa nei confronti delle critiche alla “diversità” delle mie collezioni, sottintendendo che il mio non sia il modo corretto di fare business.
Quali sono i capi di punta che proponi per questa primavera-estate?
In questa primavera-estate ci saranno molti capi che assomigliano ad abiti, ma che in realtà non lo sono del tutto. Si tratta di capi che attingono al passato, come vestiti da lavoro o indumenti che evocano ricordi dell'infanzia. Queste creazioni hanno l'ambizione di ricondurci alla strada, proprio come potrebbe fare un pigiama di duecento anni fa.
Qual è il modus operandi di art259design e come viene sviluppato il concetto di “zero spreco” nella lavorazione dei tessuti?
Il mio modus operandi potrebbe sembrare banale, ma per me è fondamentale. Scelgo i tessuti che mi trasmettono qualcosa, prima ancora di decidere cosa realizzarci. Durante le 3/4 settimane di attesa, rifletto su cosa potrei o non potrei fare con essi. Quando arrivano, il mio approccio diventa istintivo e irrazionale: inizio a tagliare senza avere un'idea precisa di cosa creerò. Pian piano, il tessuto stesso indica la direzione da seguire. Il mio compito è solo ascoltarlo e rispettarlo nel miglior modo possibile. Ogni tessuto è unico e ha innumerevoli potenzialità di utilizzo; trovare la giusta interpretazione fa davvero la differenza nel risultato finale. Solo con questo approccio possiamo praticamente azzerare gli sprechi. Non compro tessuti già avendo in mente cosa realizzare, perché ciò porterebbe inevitabilmente a limitazioni e scarti eccessivi. Al contrario, scelgo il tessuto e poi decido, in base alle sue caratteristiche, il modo migliore per sfruttarlo appieno.
Che importanza assume la sartorialità nell’ambito della tua produzione?
Per me è tutto. La maggior parte dei capi viene sviluppata e concepita direttamente tagliando e montando pezzo per pezzo sul manichino, seguendo un processo interamente sartoriale. Ogni nuovo abito parte da zero e molti dei modelli proposti durante le vendite ai buyer non passano nemmeno per il cosiddetto "sdifetto". Non seguendo un approccio convenzionale, ci troviamo a dover sviluppare il progetto in produzione, spesso senza neanche un bozzetto o un cartamodello. Fortunatamente ho una modellista molto capace che, lavorando con me da dieci anni, ha imparato a interpretare tutti i miei passaggi direttamente dal capo prototipo.
A quale figura femminile vi rivolgete?
Mi rivolgo a una persona che non è incline a seguire lo stile predefinito, ma che al contrario è abile nell'interpretare a modo suo ciò che sceglie di indossare. È una donna che opta per il capo anziché per il marchio, manifestando una forte indipendenza e sicurezza in sé stessa. Questa figura è caratterizzata da una personalità decisa e poco propensa al compromesso, preferendo essere autentica piuttosto che cercare di piacere a tutti. È audace e determinata, non teme di fare scelte coraggiose.
Progetti e sogni per il futuro?
In questo momento, trovare il modo giusto di progettare i miei sogni.