The Archivia. Il tailleur con le piume
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Capi sofisticati dalle linee sartoriali che esaltano con garbo il fascino femminile
di Elena MisericordiaRosa Aquino, fashion stylist di origini campane, è la fondatrice del brand di abbigliamento femminile The Archivia. L’eleganza creativa della giovane stilista si manifesta con grinta e audacia in tutta la sua produzione: abiti dalle geometrie perfette, impreziositi da inconfondibili dettagli, sofisticati e mai banali.
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Capo iconico per eccellenza il tailleur. Raffinato, sensuale, determinato, l’abbinamento giacca-pantalone rappresenta un riferimento consolidato nel guardaroba di ogni donna, al di là della frenesia dei trend del momento.
Il tailleur The Archivia si distingue, oltre che per l’armonia delle forme, che reinterpretano in chiave contemporanea le silhouette anni’80, per un’impeccabile nota di stile: le piume. Soffici e colorate, vengono applicate a mano su ogni capo, rendendolo unico e originale. Un tailleur dal carattere deciso, che al tempo stesso esalta la femminilità di colei che lo indossa.
In alternativa alle piume, strass luminosi fanno risplendere di eleganza le collezioni The Archivia. Non solo tailleur, ma anche abiti, trench, top e gonne, in un mix and match sfavillante, per illuminare le feste e brindare con seducente spregiudicatezza al nuovo anno.
Chi è Rosa Aquino? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Sono una ragazza di 27 anni di origini campane. Nata a Pompei, dove ho vissuto fino ai miei 18 anni, appena terminato il liceo, mi sono trasferita a Milano per studiare fashion styling all’Istituto Marangoni. A conclusione dei tre anni, sono iniziati i miei primi stage nel mondo della moda per alcune rinomate griffe come Hugo Boss, Tommy Hilfiger e, infine, Valentino, dove sono rimasta fino al pre-covid. La moda tuttavia è parte di me sin dalla nascita, già da bambina dicevo che da grande sarei diventata una stilista. La vocazione naturale per il design, abbinata al mio percorso di studi nell’ambito dello styling, mi ha permesso di avere una preparazione più completa in questo “global world”, quale è appunto il mondo fashion.
Quando e com’è nato il brand The Archivia? Come mai la scelta di questo nome?
Il progetto di creare un mio brand è sempre stato in un angolo del mio cuore. Tuttavia, quando ho realmente cominciato a lavorare nel mondo della moda, ho in parte accantonato questo sogno. Il confronto con una realtà immensa come quella del fashion, animata da un forte spirito competitivo, mi ha inizialmente scoraggiata, complici anche le insicurezze della mia giovane età. Il covid poi ha paradossalmente giocato a mio favore. In quel periodo sono tornata a Napoli, dove ho avuto tanto tempo per riflettere e mi sono detta che se non ci avessi provato allora, a 24 anni, forse in futuro sarebbe stato ancora più difficile. Una volta raggiunta questa consapevolezza, mi sono subito messa al lavoro.
L’ispirazione è nata a casa di mia nonna, dove sono custoditi gli abiti della mia famiglia. Rovistando in quella sorta di “archivio”, mi sono letteralmente innamorata della giacca che mia mamma indossava in occasione del fidanzamento con mio padre. Si trattava di una giacca sartoriale anni ’80, con le spalline tipiche del periodo. Ho quindi deciso di iniziare la mia produzione da un solo capo, il capospalla, interpretato attraverso l’utilizzo di tessuti particolari. Da questo momento alla creazione vera e propria di The Archivia sono passati due anni. Ancor prima della realizzazione del mio primo capo, è comunque nato il nome del brand, come omaggio all’archivio-cuore di casa di mia nonna, da cui tutto ha avuto inizio. Non appena ho avuto la possibilità di spaziare facendo un po’ di ricerca in giro per la Campania, ho deciso di creare un look completo, ferma restando la base di partenza. È così che è nato il tailleur, con il quale The Archivia si identifica.
Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue creazioni?
Principalmente le forme. Il mio tailleur è stato a lungo studiato e “sdifettato”, su ogni produzione di volta in volta è stata introdotta qualche piccola modifica, per reinterpretare in maniera coerente le linee degli anni passati, in particolare gli anni’80. Oltre le forme e i dettagli perfetti, ho voluto introdurre un tratto distintivo ancora più forte. Il plus vincente infatti sono le piume. Dopo una minuziosa ricerca, condotta in prima persona attraverso tutte le mercerie del territorio campano, ho applicato la prima piuma ad un mio tailleur, in epoca antecedente a tutti i grandi brand – da Gucci ai marchi del fast fashion, uno tra tutti Zara –, come lo dimostra la prima foto pubblicata sul profilo Instagram di The Archivia.
Che importanza assumono finiture e dettagli nell’ambito della tua produzione?
Finiture e dettagli sono la parte più importante di The Archivia, che ne definiscono la riconoscibilità. Raramente proponiamo un capo che dalla produzione arrivi direttamente al cliente finale. La seconda parte creativa è quella finalizzata a rendere ogni pezzo unico e speciale, attraverso un sapiente lavoro di sartoria secondo tradizione. Le stesse piume sono applicate a mano, una ad una, dalle mani esperte delle sarte del mio laboratorio.
Capo iconico del brand: il tailleur. Cosa rappresenta per te questo capo di abbigliamento?
Il tailleur è il focus del brand e rispecchia la mia persona: ordinata ma preziosa nelle piccole sfumature.
Moltissime celebrities e influencer – Cecilia Rodriguez, Eleonora Rocchini, Clizia Incorvaia, Rosalinda Cannavò, solo per citare alcuni nomi – hanno scelto di indossare i tuoi abiti. Ma, più in generale, a quale figura femminile ti rivolgi?
Non c’è stato una vera e propria attività di marketing nella direzione delle tante celeb e influencer che hanno iniziato ad indossare i miei capi. Le immagini hanno cominciato a circolare sui social e le stylist si sono avvicinate al brand. È stato un passaparola spontaneo...per me questo successo è stato sconvolgente! In generale, comunque, mi rivolgo a una giovane donna, determinata, audace, consapevole di sé e del proprio fascino. Una donna, indipendente, che viaggia e lavora, senza però mai rinunciare alla propria autentica femminilità.
Chi è Rosa nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?
Sono una ragazza di 27 anni che non sta mai ferma. Sono nata gazzella, le giornate per me non sono mai abbastanza lunghe! La mia passione è la danza classica che però ho dovuto abbandonare per immergermi nel mondo della moda, l’altro mio grande amore. Per me è importantissima la famiglia. Periodicamente torno a Napoli dai miei cari per ricaricarmi di energia vitale. Attualmente non ho molto tempo per dedicarmi alla mia vita privata, mi sento come una neomamma che deve rivolgere tutte le sue attenzioni alla propria creatura. The Archivia, appunto… la mia bambina. Oggi il team si compone di circa quattordici persone, compresa la mia famiglia. La mia mamma, in particolare, è la mia spalla. È colei che ha creduto, forse anche più di me, in questo progetto, supportandomi sempre, in ogni sua fase.
Progetti e sogni per il futuro?
L’online di The Archivia è il principale canale distributivo, che funziona benissimo. Ci sono comunque delle boutique selezionate che mi servono da vetrina. In questo momento sto per chiudere un’importante collaborazione con Rinascente. Tuttavia, l’obiettivo finale è quello di creare dei monomarca, un paio in Italia, ma soprattutto all’estero. Ad oggi, con l’e-commerce, il primo mercato – dopo l’Italia – è la Francia, seguito da Svizzera, Inghilterra, Emirati Arabi e anche l’America!