"Il cannolo nello spazio? Dimostriamo che la Sicilia se vuole può fare di più"
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Fabio Leone, uno degli ideatori del Sicilian space program, racconta cosa c'è dietro l'esperimento di cui ha parlato tutto il mondo
Chi l'avrebbe mai detto che un cannolo siciliano lanciato nello spazio avrebbe suscitato la curiosità di tutti i media del mondo? Eppure “Sicilian space program”, l'esperimento realizzato da tre grandi amici di Enna (Sicilia) - Fabio Leone, Antonella Barbera e Paolo Capasso - è salito letteralmente alle stelle. Il video che documenta il prima, il durante e il dopo lancio è stato tradotto in moltissime lingue, e dato il suo successo, a breve, una casa di produzione ne realizzerà un documentario.
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Abbiamo intervistato Fabio Leone, uno degli ideatori del progetto. Ci ha spiegato quali sono state le ragioni dell'esperimento, chiamato inizialmente “ironico-scientifico”, ma che poi si è rivelato qualcosa di molto più serio.
Come è nata l'idea del lancio del cannolo, e perché avete scelto proprio questo prodotto?
“L'idea è nata per caso, volevamo fare qualcosa che facesse parlare di Enna, la nostra città, e la Sicilia in generale. Abbiamo scelto il cannolo perché pensiamo che rappresenti tutta la nostra isola, e non solo il nostro paese”.
Quanto è costata la realizzazione del progetto, e soprattutto, qualcuno vi ha sponsorizzato?
“Ci siamo autofinanziati, non abbiamo avuto nessuno sponsor né un aiuto dalle istituzioni che ci ha pagato il materiale. Alla fine non abbiamo speso molto, circa 300 euro per le attrezzature. Siamo riusciti a realizzare un fenomeno di cui ha parlato tutto il mondo con il minimo sforzo economico, è stato un progetto low cost".
Avete descritto inizialmente l'esperimento “una goliardata ironico-scientifica”, come mai?
“Inizialmente è nato tutto per gioco, un momento per sorridere, ed è per questo che è stata chiamata goliardata. Ironico e scientifico perché in fondo abbiamo lanciato a 30mila metri d'altezza un cannolo siciliano, a quale persona gli è mai venuto in mente di spedire nello spazio un dolce?”
Dato il successo, è solo una goliardata o qualcosa di più?
“Si in effetti c'è molto di più. Quello che abbiamo fatto lo abbiamo realizzato per la nostra terra e per i giovani che abitano in Sicilia. Abbiamo voluto dimostrare che con pochi euro si riesce a fare qualcosa di straordinario. Noi amiamo Enna e non vogliamo andarcene da qui. Abbiamo voluto lanciare un segnale. Siamo riusciti a far conoscere la nostra città in tutto il mondo. Qui la disoccupazione è molto alta, forse più che al Nord Italia, siamo riusciti a dimostrare a tutti coloro i quali non vogliono abbandonare la Sicilia che si può creare occupazione attraverso lavori nuovi. Abbiamo voluto dare lustro alla nostra terra. Basta associare la Sicilia alla mafia e a gente che non vuole lavorare."
Avete dei nuovi progetti in ballo?
“Qualcosa in programma ce lo abbiamo. Una casa di produzione ci ha contattato per girare un documentario su tutto l'esperimento. Il video caricato in rete è stato solo un “the best of” di quello che c'è dietro tutto il progetto. Poi abbiamo intenzione di realizzare un altro esperimento, in garage ho ancora un pallone simile a quello usato per lanciare il cannolo nello spazio, ma non so ancora cosa lanceremo oltre l'atmosfera, sicuramente sempre qualcosa legato alla nostra terra.”
Cosa vi sentite di dire a tutti i ragazzi che come voi hanno un sogno?
“Io, Antonella e Paolo siamo amici da sempre, e se l'esperimento è andato a buon fine è stato proprio grazie al forte legame che abbiamo. Noi, come ho detto prima, non vogliamo abbandonare la nostra terra perché amiamo vivere qui, anche se in Sicilia a volte è difficile realizzare i propri sogni per diverse motivazioni. Attraverso questo progetto voglia dire a tutti i giovani che hanno un obiettivo: provateci e credeteci fino in fondo, perché la forza di volontà, l'impegno e i sacrifici pagano, e ti permettono di fare realmente quello che desideri nella vita".