Tecnologia invadente

"Inserisci una foto e ti dirò chi sei", l'ultimo affronto di Facebook alla privacy

La nuova applicazione Tag Suggestions mette in allarme le società di sicurezza informatica

08 Giu 2011 - 15:00
 ©  Afp

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Basterà caricare una foto su Facebook per sapere chi vi è ritratto. E' l'ultima applicazione lanciata dal social network per taggare automaticamente una persona registrata ad un profilo. Con un nuovo, preoccupante, rischio per la privacy. Anche perchè, la tecnologia, estesa dagli Stati Uniti alla "maggior parte dei Paesi", sarà implementata su tutti i profili senza la richiesta di alcun consenso.

Il software procede infatti ad una comparazione automatica dellle fisinomie (più di 600 milioni) presenti nel suo database.

L'allarme sull'eccessiva invadenza del social network corre già in rete, rilanciato dalla società specializzata in sicurezza informatica Sophos che sul proprio blog denuncia: "molti utenti  riferiscono di avere già avuto l'accesso all'opzione di riconoscimento facciale  senza  esserne stati informati".  In pratica i loro profili sono stati associati, senza la loro autorizzazione, a foto in cui vengono ritratti, caricate da altri utenti.

Il problema al momento  riguarderebbe solo il 5% degli utenti statunitensi che hanno avuto modo di sperimentare la niova funzione, ma da martedì il servizio è stato esteso ad altri Paesi ed anche ad alcune nazioni europee. Lo ahnno annunciato sul blog ufficiale gli stessi responsabili del social network.

Il Tag Suggestions non è una novità assoluta,  una tecnologia simile era già stata lanciata e bloccata ( per motivi di privacy) dal motore di ricerca Google.

Disattivare la funzione su Facebook è possibile
. Chi non vuole essere identificato sulle foto altrui deve selezionare le "impostazioni account", cliccare su "impostazioni  privacy" e da lì su "personalizza" disattivando poi la voce "Suggerisci agli amici le foto in cui ci sono io". Un'opzione che per molti esperti resta insufficiente, servirebbe piuttosto, dicono i contestatori, maggiore trasparemza sull'uso del social network e, soprattutto, maggiore tutela nella divulgazione di dati personali. 

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