Maschi afflitti da "sindrome pollicino"
La sbirciatina da spogliatoio al "membro del vicino"? Una tendenza diffusa nella maggior parte degli uomini. Cruccio dei più: le dimensioni del proprio pene e la comparazione con quello del vicino, sempre più lungo.
Cruccio che può portare gli uomini sullorlo di una crisi di nervi. Le cose si complicano però, se la cosiddetta "sindrome di pollicino", come la definiscono gli studiosi, si ripercuote sul rapporto sessuale con la propria partner.
A cercare di far luce su quello che potrebbe diventare un altro dramma maschile, ovvero il legame tra centimetri e piacere dal punto di vista femminile, è stato uno studioso albanese, Aleksander Stulhofer del Dipartimento di sociologia dell'Università di Zagabria, che ha condotto un esperimento su 556 donne dai 19 ai 49 anni in cinque grandi città croate.
Dallo studio emerge, ahinoi, che per lei alcune misure sono più importanti di altre. E che non solo le dimensioni, ma anche l'aspetto dell'organo in questione sembra cruciale, a garanzia di una soddisfazione fra le lenzuola. In particolare nell'indagine, pubblicata in una lettera sugli "Archives of Sexual Behaviour", i ricercatori hanno chiesto alle intervistate di dare un voto all'importanza delle dimensioni del pene (lunghezza e diametro) del partner e all'aspetto estetico, in vista di un rapporto intimo soddisfacente. Così si è visto che per le donne il diametro è risultata più importante della lunghezza. In particolare, sembra che a dare più valore alle dimensioni siano le donne sessualmente più esperte. Inoltre la ricerca ha evidenziato che anche l'aspetto estetico è in qualche modo importante dal punto di vista della soddisfazione femminile. Insomma altro che due cuori e una capanna. Perchè un rapporto funzioni, anche e soprattutto a letto, ci vogliono dimensioni precise e un bell'aspetto, anche del membro maschile.
Per correre ai ripari gli uomini sempre più spesso dedicono di ricorrere ad interventi chirurgici per incrementare la lunghezza del "triste" membro. Una tendenza in continu ascesa. Internet in questo senso dàfa la parte del leone, con centinaia di mail che viaggiano in rete pubblicizzando "soluzioni miracolose", promettendo vistosi "allungamenti".
La realtà però sembra essere unaltra. Almeno secondo i ricercatori di un centro specializzato di Londra, il St Peter's Andrology Centre, che hanno pubblicato uno studio sul "problema lunghezza pene" sull European Urology Journal. La maggior parte degli uomini intervistati che si erano sottoposti ad un intervento di allungamento del pene non si è detto soddisfatto del risultato e anzi ha manifestato la volontà di andare sotto i ferri una seconda volta. Il problema di fondo, spesso, è che la maggior parte degli uomini che scelgono di farsi operare non ha reali problemi fisici, quanto piuttosto unossessione psicologica. Da qui, qualsiasi sia la "nuova misura" che si trovano ad avere, il loro rimane sempre un problema non risolto. Gli esperti aggiungono poi che le soluzioni miracolose promesse da e-mail accattivanti (alcune di queste garantiscono allungamenti anche di 45 centimetri) sono ingannevoli e non fanno altro che accrescere inutilmente le aspettative. Piuttosto che ricorrere al bisturi, dunque, i ricercatori consigliano ai pazienti dismorfopenofobici, cioè a coloro i quali soffrono di sindromi ansiose depressive valutando inadeguate le proprie misure anatomiche anche se oggettivamente nella norma, di seguire delle terapie utili alla psiche piuttosto che al fisico.