La ricerca

Le famiglie dell'età del bronzo spendevano... come noi

I ricercatori Nicola Ialongo, dell'Università di Aarhus (Danimarca) e Giancarlo Lago, delle Università del Salento e di Bologna hanno analizzato oltre 20mila "monete" dell'epoca: come oggi si facevano spese e si investiva in autonomia

29 Lug 2024 - 17:29
 © Ansa

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 Durante l’età del bronzo, tra il 2.300 e l'800 a.C., le famiglie europee spendevano in modo simile a quanto fanno le famiglie attuali: gestivano i loro risparmi per acquistare merci e servizi in base al loro reddito. Lo indica un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, di due ricercatori italiani Nicola Ialongo, dell'Università di Aarhus (Danimarca) e Giancarlo Lago, delle Università del Salento e di Bologna.

L'età del bronzo

 L'età del bronzo è un periodo di transizione in cui l'uomo impara a realizzare utensili e armi utilizzando il bronzo. Il bronzo è una lega di rame e di stagno. Questo periodo ha inizio nel IV millennio a.C. in Oriente e si diffonde nel III millennio a.C e precede l'età del ferro. Il bronzo è molto più resistente del rame, questa caratteristica conferisce un grande vantaggio alle popolazioni che utilizzano armi fabbricate in bronzo piuttosto che in rame. Oltre che per le armi il bronzo è utilizzato anche per la fabbricazione di ornamenti, monili e stoviglie. La scoperta di questo materiale è una delle principali tappe del progresso tecnico e della storia della metallurgia.

Come si pagava nell'età del bronzo?

 "Già tempo fa alcuni nostri lavori avevano verificato che in modo analogo a quanto avveniva in Medio Oriente, in Mesopotamia, frammenti di metallo simili a quelli trovati anche in Europa erano usati come una sorta di moneta", ha spiegato Ialongo. Non erano vere e proprie monete coniate ma frammenti di oggetti rotti, non più utilizzabili, divisi sulla base di un peso standard in modo tale da poter essere considerati unità di scambio di valore identico.

Il nuovo studio

 La ricerca si basa sull'analisi di oltre 23mila monete dell'epoca, ossia frammenti metallici di rame e leghe di rame, che aveano lo stesso peso, circa 10 grammi e ritrovati in oltre 1.200 siti tra nord Italia, Svizzera, Austria, Slovenia e Germania.  I due ricercatori italiani sono ora riusciti ad analizzare la loro circolazione e l'utilizzo che se ne faceva.

"È come aver trovato le casse di 1.200 negozi di un quartiere e da lì poter conoscere il volume e le dinamiche dei consumi di chi abita il quartiere", ha aggiunto Ialongo. In sostanza è possibile osservare che ogni nucleo familiare aveva un suo proprio reddito, che poteva spendere o investire in modo autonomo, esattamente come ciò che avviene oggi.

La scoperta getta nuova luce in regioni di cui finora si sapeva poco, della Mesopotamia ad esempio conosciamo molti dettagli in quanto molte attività sono state raccontate attraverso testi e resoconti contabili del periodo. "Molti ritenevano invece che nelle regioni europee all'epoca non ci fosse una vera attività economica di questo tipo, ma che ci fossero modi differenti, ad esempio basati principalmente sul baratto oppure una redistribuzione del reddito più centralizzata, gestita dall'alto in funzione della posizione sociale", ha concluso Ialongo. 

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