E come ogni anno, l'uscita della nuova edizione del vocabolario è un modo per fare il punto sul lessico dei 12 mesi appena terminati
Le Bacche di Goij (frutti rossi del Lycium barbarum di uso tradizionale nella medicina cinese ma diventate quasi di uso comune anche in Italia) oltre a venir citate negli spot natalizi e a essere diventate ingredienti di mille ricette alla moda, sono una delle tante nuove parole entrate ufficialmente nel vocabolario Zingarelli 2017. Così, ogni anno l'uscita dell'edizione Zanichelli è un modo per fare un bilancio lessicale dei 365 giorni appena passati, perché l'entrata dei nuovi termini è un modo per scoprire particolari e riflettere sul mondo in cui viviamo e sul come lo facciamo.
Che Italia è, allora, quella raccontata dallo Zingarelli 2017? La verità è che, ormai, di Italie ce ne sono molte. Una è quella dei meetup (sito che mette in contatto persone che hanno interessi comuni) e dei jamboree (dal raduno degli scout) e degli emoij (piccola icona usata nella messaggistica digitale e nei social network, che raffigura le faccine). Insomma, un' Italia giovane, europeista, legata ai social e apparentemente spensierata.
Accanto alle parole nuove, lo Zingarelli, da alcuni anni, chiede definizioni di parole classiche a personaggi noti, che ne danno una loro interpretazione. Da una parte c'è Luciano Canfora, filologo e saggista, che spiega - con pessimismo ma anche con apertura al futuro - cosa per lui sia il cambiamento (non necessariamente ''sinonimo di progresso'' come dimostrano i secoli XIX e XX), in un Paese cattivista (giornalistico, che - o chi - dimostra cattivismo), che non lesina carognaggine (modo di essere di chi è una carogna) ed eccede nel luogocomunismo (banalizzazione di concetti, tendenza a usare frasi fatte, argomenti banali e scontati), nel bullizzare, e convive con ecocatostrofismo, con euroburocrazia, foreign fighter e la moda del trollare (offendere e perseguitare sui social), non a caso tutte parole che entrano adesso nel vocabolario.
Dall'altra parte, c'è Paola Cortellesi, attrice e sceneggiatrice, che spiega cosa sia il sorriso, definendolo ''farmaco salvavita: lenisce i dolori di varia natura'' e anche che ''accende le passioni, annega le offese'' e per questo ''considerato arma di difesa universale'' trovandoci a vivere tra gente che fa il fotoringiovanimento (tecnica di ringiovanimento della pelle mediante l'applicazione di luce laser o pulsata), oppure il picotage (tecnica di rigenerazione della pelle mediante iniezioni intradermiche di acido ialuronico) per vigoressia (disturbo di chi ha un culto ossessivo della forma fisica) e cerca di farsi accettare col piacionismo (comportamento tipico dei piacioni) e comunque ricorre al camouflage (in cosmetica, trucco che copre inestetismi temporanei).
Insomma, un gruppo di parole "forgiate" durante il 2016 e accettate come d'uso dallo Zingarelli 2017, che certo lasciano perplessi, ma non più della lettura dei giornali e il mondo culturale, sociale e politico che ci circonda.
I curatori attuali Mario Cannella e Beata Lazzarini ricordano che proprio ''cento anni fa, nel 1917, Nicola Zingarelli cominciò a pubblicare in fascicoli il Vocabolario della lingua italiana, poi uscito la prima volta in volume nel 1922. Aggiungono: "Da allora, il vocabolario, nelle sue varie edizioni, ha scandito e registrato gli sviluppi del lessico e della lingua italiana e, insieme a essi, i mutamenti sul piano culturale e del costume caratterizzandosi per chiarezza e leggibilità, per l'apertura alle nuove terminologie tecniche, scientifiche e settoriali e allo stesso tempo per cura e rigore filologico nel verificare e tramandare il grande patrimonio storico della nostra lingua''.