La nuova app

Non solo disastri: con Pokemon Go si scoprono anche l'arte e i musei

Incidenti stradali e batterie scariche non fermano la febbre della Pokemania. Pensata per essere usata all'aria aperta, l'app della Nintendo può essere un nuovo modo per imparare

25 Lug 2016 - 14:33

Dimenticatevi il secchione con gli occhiali, timido e sempre incollato al computer. Grazie a Pokémon Go i nuovi nerd sono sportivi, social e temerari. A vent’anni dalla loro prima comparsa, i mostriciattoli giapponesi sono tornati. Con oltre 30 milioni di download, l’app Pokémon Go della Nintendo è diventata in pochi giorni il videogioco mobile più scaricato di sempre.

Grazie al meccanismo della realtà aumentata e a un collaudato sistema di mappe, è possibile andare a caccia di Pokémon in giro per la città. Il gioco è infatti costruito sui movimenti del singolo utente: più si cammina, maggiori sono le possibilità di incontrare Pokémon e accumulare punti. Ma come si diventa un grande allenatore?

Prima di tutto scegliete l’abbigliamento più adatto. Personalizzando sneakers, zaino sportivo e tuta high tech, l’avventura del vostro avatar può cominciare. La prima sfida è la conquista di uno dei Pokémon starter: Bulbasaur, Charmander e Squirtle (forse non tutti sanno che, rifiutando tutti e tre, apparirà il mitico Pikachu). E’ a questo punto che avrete usato la vostra prima poké ball, la sfera che permette di catturare le magiche creature. Per fare rifornimento bisogna camminare ancora un bel po’ e raggiungere i singoli Pokestop, vere e proprie “stazioni di servizio” dislocate nei pressi dei monumenti della città. Qui i giocatori potranno fare il pieno di poké ball, polvere di stelle e pozioni per prendersi cura degli animaletti.

Più luoghi visiterete, più varietà di Pokémon riuscirete a incontrare. Dai Pigeon, piccioni digitali che svolazzano sulle guglie del Duomo di Milano, ai Togepi che si scaldano tra i roventi lastroni del Colosseo. Non solo. Uscendo dall’ambiente cittadino, cambieranno le tipologie. Ed ecco che sulle spiagge della riviera ligure compariranno azzurri dragoni di nome Dratini, mentre i boschi dell’Appennino saranno popolati da volpacchiotti chiamati Eevee. C’è differenza anche tra i Pokémon che si incontrano di giorno e di notte: nell’oscurità, ad esempio, sarà più facile imbattersi negli Zubat, minacciosi pipistrelli viola.
Una volta raggiunto il livello 5 sarà possibile iscriversi a una delle palestre e sfidare altri allenatori. E’ qui che comincia la parte social: non sarà difficile, passeggiando per il centro di Milano, trovare due persone che cercano di catturare lo stesso animaletto.

Se un tempo giocare a Nintendo significava divano e sedentarietà, l’app dei Pokémon obbliga a stare all’aria aperta e a conoscere il patrimonio storico-artistico del proprio paese. Dagli Uffizi a Firenze, al Castromediano a Lecce, sono moltissimi i musei che, invasi da migliaia di mostriciattoli, hanno approfittato della Poke-mania. Riuscirà la bellezza dei reperti a tenere testa ai popolarissimi animali digitali? Per il momento la raccomandazione è una sola: fate attenzione alla strada.

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