DAL PRESEPE ALL'ALBERO

Il significato nascosto dietro i simboli del Natale

L'origine dei simboli che caratterizzano questa festività: l'albero, le luci, il presepe e la ghirlanda 

19 Dic 2024 - 11:58
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Siamo abituati ad associare al Natale alcuni simboli come l'albero, le luci, il presepe e la ghirlanda. Ma essi che significato hanno e qual è la loro origine? Scopriamolo insieme. 

L'albero di Natale: un'antica tradizione pagana

 Nel nostro Paese, a dicembre tradizionalmente si decora l'albero di Natale, il tipico abete. Ma che origine ha questa usanza? Essa ha origine nel paganesimo e presumibilmente in Nord Europa. Inizialmente questa tradizione non aveva niente a che fare con il Natale: Essendo che l’abete è una pianta sempreverde, i Druidi, i sacerdoti celti, lo hanno reso un simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie. Anche i Romani, alle calende di gennaio (il primo giorno di quel mese), usavano regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.

Non si sa con certezza però in che modo questo simbolo pagano sia diventato una presenza all'interno delle celebrazioni religiose. Però i cristiani fecero di questo abete il simbolo dell’albero della vita di cui parla la Bibbia o di quello del bene e del male, che crescevano entrambi nell’Eden. Nei secoli poi si sono sviluppate moltissime altre teorie attorno all’albero di Natale. Secondo alcuni studiosi, per esempio, l’abete fu scelto dai cristiani fra tutti gli alberi sempreverdi per la sua forma triangolare, che rappresenterebbe la Santa Trinità.

La tradizione di addobbare l'abete nel periodo di Natale si consolida probabilmente in Germania all'inizio del seicento. Secondo la leggenda, la Duchessa di Brieg aveva già fatto adornare il suo castello per i festeggiamenti natalizi, quando si accorge che un angolo di una delle sale dell’edificio era rimasto completamente vuoto. Per questo, richiede che un abete del giardino del castello venga trapiantato in un vaso e portato in quella sala. Nell'ottocento la presenza dell'albero di Natale si consolida poi anche in Austria, Francia, Svizzera e Gran Bretagna, in cui l'usanza viene importata dal principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria e di origini germaniche. In Italia la diffusione di quest'usanza si deve alla regina Margherita nella seconda metà dell'ottocento che fa allestire un abete addobbato al Quirinale. 

Le luci natalizie: dalla fede alla decorazione

 L’idea di decorare l'abete con luci risale al XVII secolo, quando in Germania si iniziano a posizionare candele accese sui rami degli alberi di Natale. Questa pratica simboleggia la luce di Cristo, e serve a evocare la speranza e la gioia di questo periodo festivo. In quell'epoca, le candele vengono fissate con cera o piccoli supporti metallici, trasformando l’albero in una luminosa celebrazione del Natale. La tradizione si è poi diffusa gradualmente nel resto d’Europa e, nel XIX secolo, nel Regno Unito, durante il regno della regina Vittoria appare il primo albero di Natale illuminato. Nello stesso secolo, grazie a un gruppo di immigrati tedeschi, raggiunge anche gli Stati Uniti. È stato qui che l’evoluzione tecnologica ha permesso di superare le limitazioni delle candele, introducendo una svolta nella tradizione delle luci di Natale sull’albero. Nel 1882, Edward Hibberd Johnson, socio dell'inventore Thomas Edison, realizza il primo albero di Natale illuminato elettricamente nella sua residenza di New York. L’albero era decorato con 80 lampadine rosse, bianche e blu, ciascuna delle quali cablata a mano. 

Il presepe: l'arte di raccontare la Natività

 La tradizione del presepe risale al 1.223. In quell'anno infatti San Francesco d’Assisi inscena il primo presepe durante il giorno di Natale nel piccolo paese di Greccio (vicino Rieti). Nel 1220 il Santo aveva compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa per visitare i luoghi della nascita di Gesù Cristo, ed era rimasto talmente colpito da Betlemme che, tornato in Italia, chiede a Papa Onorio III di poter uscire dal convento di Greccio per inscenare la rappresentazione della natività.

Il primo presepe della storia venne allestito nei pressi del bosco nelle vicinanze di Greccio, in una grotta. San Francesco porta in una grotta la mangiatoia con la paglia e vi conduce il bue e l’asino (non c’erano la Vergine Maria, Giuseppe e il bambinello). Il Santo narra poi a un gran numero di persone presenti, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù.

Il presepe è diventato poi una tradizione popolare, diffusasi in tutta l’Italia centrale e in Emilia. Nel corso del XV secolo il presepe raggiunge Napoli e nei decenni successivi conquista un posto anche nelle case nobiliari, sotto forma di soprammobile o nelle vesti di cappella in miniatura.

Il periodo più fiorente per il presepe è stato però il settecento. Questa tradizione aveva ormai raggiunto gran parte d’Italia e veniva già declinato nelle differenti tradizioni popolari (napoletano, genovese, bolognese, ecc). Specialmente a Napoli, il presepe raggiunge livelli espressivi originali e ricercatissimi, divenendo motivo di vanto per le famiglie che facevano a gara per avere il presepe più sfarzoso: i nobili non badavano a spese e ai presepi dedicavano intere stanze delle loro residenze per farne sfoggio durante i ricevimenti e le feste private.

Anche se il presepe è nato come strumento di comunicazione con la popolazione, è entrato nelle case popolari solo dopo aver trovato posto nelle chiese e nelle residenze nobiliari. Nel corso del XVIII e del XIX secolo, infatti, la tradizione del presepe guadagna nelle abitazioni delle persone comuni il posto centrale che ancora oggi occupa nelle festività natalizie.

Oggi, grazie alla tecnologia, il presepe tradizionale si è arricchito di nuove funzionalità (le luci, i ruscelli d’acqua che scorre, le statuine che si muovono ecc) e soprattutto di nuovi materiali, anche se sono ancora molti i presepi che vengono realizzati con materiali tradizionali come la terracotta, il legno, il gesso e la cartapesta. Attualmente i presepi si trovano anche all’aperto, in mostra nelle piazze di tantissime città d’Italia e non solo.

La ghirlanda: un simbolo di accoglienza e speranza

 La ghirlanda natalizia non è soltanto una semplice decorazione, ma affonda le sue radici in antiche tradizioni risalenti a secoli fa. Inizialmente esse erano utilizzate dagli antichi Egizi e dai Celti, per i quali erano simboli di rinascita, fertilità e protezione. Successivamente, queste decorazioni hanno acquisito un significato religioso e culturale, specialmente con l’avvento del cristianesimo.

In Europa, nel Medioevo, e dalle civiltà greca e romana, le ghirlande venivano usate come segno di vittoria e prosperità e impiegate come simbolo di accoglienza durante le festività invernali, incarnando speranza e continuità attraverso l’uso di materiali sempreverdi, come rami di abete e agrifoglio. La loro forma circolare rappresentava l’eternità e la vita; è con l’adozione della ghirlanda nella tradizione cristiana che questo ornamento si è trasformato nel simbolo natalizio che conosciamo oggi trasformandosi in un elemento centrale delle celebrazioni natalizie. 

Oggi, le ghirlande adornano le porte delle case e gli spazi pubblici, riflettendo l’atmosfera calda e festosa del Natale e richiamando la tradizione di condivisione e comunità.

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