TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Alla scoperta del Polo Sud, le eccezionali foto a colori degli esploratori dell'Antartide

Dalla "gara" tra il capitano Robert Falcon Scott e Roald Amundsen a Ernest Shackleton: tra Ottocento e Novecento prese vita la cosiddetta "epoca eroica" delle spedizioni nel continente di ghiaccio

22 Dic 2017 - 12:23
 © ipa

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Diciassette grandi spedizioni organizzate da dieci Stati e che portarono alla morte di 19 esploratori: sono i numeri della cosiddetta "epoca eroica" dei viaggi alla scoperta dell'Antartide, inaugurata sul finire dell'Ottocento e conclusasi negli Anni Venti del Novecento con la spedizione imperiale "Quest" di Ernest Shackleton. Quello del continente di ghiaccio è sempre stato un richiamo irresistibile per scienziati e avventurieri, spinti a solcare i mari dalla scoperta del Polo Sud operata di fatto dal comandante britannico (naturalizzato australiano) John Davis, il 7 febbraio 1821.

Grazie al lavoro dal fotografo irlandese Matt Loughrey, i ritratti dei protagonisti di quegli incredibili viaggi sono stati ricolorati con la tecnica della fotocromia. Tra loro si possono ammirare scatti che ritraggono il militare irlandese Tom Crean, membro della spedizione di Shackleton a bordo della nave Endurance, mentre fuma la pipa e posa con un tenerissimo gruppetto di cuccioli di cane.

E' giunto il momento di vedere cosa ha compiuto di importante l'esploratore Ernest Schackleton, per una tutt'altro che casuale coincidenza anch'egli di origini irlandesi. Al ritorno dalla prima spedizione antartica di cui ebbe il comando, la Nimrod (British Antarctic Expedition 1907–1909), fu insignito del titolo di "Sir" ("cavaliere"). Era già considerato un autentico "lupo di mare", ma raggiunse la fama in seguito alla seconda spedizione, la Imperial Trans-Antarctic Expedition (1914-1916).

Nonostante il mancato attraversamento del continente di ghiaccio, lo schiacciamento della nave Endurance ad opera del pack e il successivo inabissamento, Shackleton riuscì avventurosamente a portare in salvo tutti i membri dell'equipaggio. Facile dunque capire perché ancora oggi è considerato un eroe della storia britannica. "Se siete nelle avversità e non intravedete via d'uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton": queste parole, divenute celebri in Gran Bretagna, furono pronunciate dall'esploratore Raymond Priestley, membro della spedizione Nimrod e, l'anno dopo, della spedizione "Terra Nova" guidata da un altro grande protagonista dei viaggi in Antartide: il capitano Robert Falcon Scott.

La spedizione Terra Nova (1910-1912) - Scott è passato alla storia per una sorta di "competizione" con il norvegese Roald Amundsen, anch'egli a capo di una spedizione verso il Polo Sud. Chi l'avrebbe raggiunto prima? Stavolta i britannici sarebbero stati battuti. Secondo Scott, il raggiungimento dell'Antartide da parte di un britannico non era importante solo per questioni di prestigio nazionale: il capitano lo considerava anche un'opportunità di arricchimento personale.

La spedizione Terra Nova finì però in un disastro: Amundsen raggiunse il continente poche settimane prima di Scott, mentre quest'ultimo, nella marcia di rientro al campo base, perse la vita insieme ai membri del suo equipaggio. La morte sopraggiunse dopo la cocente delusione di aver avvistato al loro arrivo, tra il 17 e il 18 di gennaio del 1912, una bandiera nera legata a un pattino da slitta: era stata lasciata da Amundsen il 14 dicembre 1911.

Il gesto dell'esploratore Oates - Nella squadra di Scott comparivano anche i nomi di alcuni esploratori immortalati nelle foto restituite al colore da Loughrey. Tra questi spicca Lawrence Oates, protagonista di un gesto celebrato come "eroico" dai suoi connazionali. Quando si rese conto di avere poche possibilità di sopravvivenza (aveva perso un piede per il congelamento), ma soprattutto di rappresentare un fattore di rischio per i rimanenti membri della spedizione, abbandonò volontariamente la tenda comune durante una tempesta di neve, pronunciando le storiche parole: "Sto uscendo, può darsi che rimanga via un po' di tempo". Il suo corpo non fu mai più ritrovato.

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