Da Mildred Bliss a Laverie Vallee, da Luisita Leers a Katharina Brumbach: sono tanti i nomi, oggi dimenticati, di quelle che si possono definire le prime donne culturiste dell'età contemporanea. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il cosiddetto "sesso debole" si è resto protagonista del mondo del wrestling e del bodybuilding fin dagli albori delle due discipline. Nei primi trent'anni del Novecento balzarono agli onori della cronaca autentiche campionesse di lotta e pesi e pioniere della parità di genere, immortalate in pose che oggi definiremmo decisamente "d'altri tempi".
Per molti anni, però, le cosiddette "donne coi muscoli" vennero considerate fenomeni da baraccone (infatti molte lavorarono in circhi e spettacoli itineranti). La situazione cominciò a cambiare all'alba del secolo, quando venne organizzato il primo torneo di lotta femminile. La prima edizione si tenne nel 1891 a Bowery, negli Stati Uniti. Nel 1914 il titolo fu vinto da Cora Livingston, che diventò la prima a dare una certa rilevanza alla disciplina femminile. Le cronache (e le fotografie) ce l'hanno descritta come una donna relativamente piccola, pesava meno di sessanta chili, dotata però di una forza nelle braccia fuori dal comune.
Da quell'anno in poi, le donne cominciarono a entrare sempre più "seriamente" nei circuiti agonistici della lotta, arrivando a combattere anche contro gli uomini. Negli anni Trenta, il wrestling femminile aveva ormai raggiunto l'apice di interesse e popolarità. Tra le campionesse dell'epoca, la più apprezzata fu senza dubbio Mildred Burke (alias Millie Bliss), la più grande lottatrice della storia del Pro Wrestling (wrestling professionistico). Rimase sulla cresta dell'onda sino agli Anni Cinquanta. Da quel punto in avanti, la lotta femminile non godette mai più della stessa fama.