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Il coraggio è donna, il ruolo delle inglesi durante la Prima Guerra Mondiale

Con gli uomini impegnati al fronte, le "ladies" contribuirono a tenere in piedi la società britannica svolgendo le mansioni più disparate

24 Mag 2017 - 11:03
 © ipa

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Infermiere e ausiliarie, ma anche postine, operaie, minatrici e poliziotte: non c'è lavoro, mestiere o mansione che le donne inglesi non abbiano svolto durante i difficili giorni della Prima Guerra Mondiale. Con gli uomini impegnati al fronte, le "ladies" si sono viste costrette a sostituire mariti e capifamiglia. Dal punto di vista dell'occupazione femminile, la Gran Bretagna era all'avanguardia anche prima della Grande Guerra, ma lo scoppio del conflitto diede una spinta decisiva a quella che si sarebbe poi configurata come una nuova "alba" per la condizione delle donne.

La Library of Congress statunitense ha pubblicato una raccolta di foto che evidenziano l'importanza delle donne anche al fronte. La loro opera in qualità di carpentiere, macchiniste e autiste di ambulanza si rivelò indispensabile per l'esito vittorioso della guerra.

Nel periodo 1914-1918, più di un milione di donne fu impiegato nelle fabbriche di armi e munizioni. Lo sforzo bellico determinò inoltre la comparsa della figura della donna autista dei mezzi pubblici, mentre le "ladies" impiegate presso le ferrovie superarono le 50mila unità. Niente a che vedere con i "battaglioni della morte" messi in piedi dal governo provvisorio russo nel 1917 per mobilitare la popolazione contro gli invasori austro-tedeschi nelle fasi finali del conflitto.

Il movimento delle "suffragette", guidato da Christabel Pankhurst ed esploso proprio nel Regno Unito a inizio Novecento, venne sostanzialmente accantonato durante la guerra. Le esigenze belliche aveva infatti la precedenza e la questione della partecipazione femminile alla vita politica inglese finì in secondo piano. La campagna femminista ne uscì però rafforzata, visto anche il decisivo contributo apportato dalle donne alla causa inglese: nel febbraio 1918 il Parlamento votò un atto che estendeva il diritto di voto alle donne di età superiore ai 30 anni.

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