Ricevere la telefonata, collegare i cavi e mettere in comunicazione due utenti: era questo l'iter di base di un lavoro nato alla fine dell'Ottocento
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Cavi, lavagnette, cuffie e tre "armi" principali: una levetta per il "chiamante", una per il "chiamato" e una terza, la più importante, per l'ascolto. Erano questi i ferri del mestiere "perduto" delle telefoniste, ovvero delle operatrici che rispondevano all'apparecchio e poi mettevano in comunicazione l'interessato con l'utente finale. Un lavoro nato negli ultimi decenni dell'Ottocento per poi esplodere soprattutto nel Dopoguerra in Italia e nel mondo.
La gestualità e la manualità del lavoro del centralinista sono entrate nell'immaginario collettivo quasi come fossero movimenti di un automa. Metti il cavo, leva il cavo, sposta lo "switch", mano sulla cuffia, ripeti la stessa frase. In realtà, oltre a svolgere la mansione di operatrici di commutazione, le telefoniste fornivano altri servizi telefonici di informazione: dall'elenco abbonati alla dettatura telegrammi, dalle traduzioni in linea alla segreteria telefonica. E ancora la sveglia, l'ora esatta, il soccorso stradale, le informazioni su cinema, farmacie e percorsi stradali, perfino l'assistenza ai compiti dei bambini.
Assunte come "operaie" - Fu proprio questo il motivo principale che, negli anni Cinquanta e Sessanta, spinse le aziende telefoniche ad assumere prevalentemente (se non esclusivamente) femminile. L'incidenza di assunzioni femminili crebbe infatti moltissimo, raggiungendo livelli inediti per l'epoca. Per ottenere il lavoro, però, le donne dovevano essere diplomate. Nonostante questo, venivano però assunte come "operaie" e venivano inserite ai livelli più bassi del contratto aziendale. Una vera ingiustizia, se si considera il ruolo determinante che svolgevano ai fini dell'erogazione di un servizio importante e promettente come quello telefonico.
Inutile dire che il cammino verso la sindacalizzazione della categoria delle centraliniste fu lungo e tortuoso. Si pensi che negli anni Cinquanta la Cgil tenne una conferenza nazionale proprio dedicata alle telefoniste e anche la Cisl profuse molti sforzi in questo settore.