A pochi giorni dalla recensione, analizziamo le novità del nuovo gioco di Naughty Dog
The Last of Us, pubblicato originariamente su PlayStation 3 nel 2013 e riproposto poi su PlayStation 4 un anno più tardi in versione rimasterizzata, ha colpito il popolo dei videogiocatori con la forza di un treno in corsa. Non era la giocabilità a brillare, nel lavoro di Naughty Dog (team di sviluppo già famoso per Crash Bandicoot, Jak & Dexter e, più recentemente, per la serie di Uncharted), e nemmeno l’ambientazione post-apocalittica, già usata e abusata da tantissimi videogiochi. Dove i designer americani hanno saputo fare la differenza è stato nella scrittura, nella costruzione di due personaggi, Joel e Ellie, il cui rapporto si sviluppa nel corso della storia fino a giungere a un climax finale capace di lasciare a bocca aperta.
“Emozionante” è probabilmente il termine più adatto per definire The Last of Us, e la curiosità di capire se il team americano sarebbe stato capace di riproporci le stesse sensazioni, migliorando al contempo l’approccio più strettamente videoludico, era grande. Per la recensione completa è necessario attendere ancora qualche giorno, ma oggi possiamo proporvi su Mastergame un primo sguardo sul gioco, tratto da una missione avanzata, utile per capire come sia cambiata Ellie (assurta al ruolo di protagonista assoluta del gioco) e come, con lei, The Last of Us si sia evoluto per presentarsi nei negozi, a partire dal 19 giugno, con la sua Parte 2.
UN MONDO ANCORA PIÙ RICCO E SFACCETTATO - Nel nostro racconto incontriamo Ellie a Seattle: non è più la ragazzina che avevamo conosciuto in The Last of Us, è cresciuta in fretta, come succede di solito nei racconti del genere post apocalitico, ed è certamente capace di cavarsela da sola. Dopo aver potuto contare su qualche anno di pace, accolta da una comunità che ha finalmente potuto considerare “casa”, la ragazza si trova costretta a riprendere il cammino, accecata da una nuova voglia di vendetta. Seattle - o meglio… quel che ne rimane - rappresenta una tappa importante e capace di mostrarci le novità che potremo trovare in The Last of Us: Parte 2.
Ellie è cresciuta e ha una nuova vendetta da compiere.
Il lavoro dei designer di Naughty Dog appare molto più complesso e articolato rispetto a quel che ricordavamo del titolo precedente. Le ambientazioni si presentano molto più libere e interpretabili da parte del giocatore, grazie a una nuova attenzione posta sulla verticalità (Ellie non sarà costretta a procedere su percorsi obbligati) e alle tante aree segrete da esplorare.
L’approccio di Ellie all’esplorazione è molto più fisico, può saltare tra palazzi, rompere vetrine per entrare nei negozi, arrampicarsi su corde e accedere agli edifici da molteplici ingressi, alcuni anche improvvisati. Può scavalcare, arrampicarsi e saltare, cosa che apre di fronte al giocatore tutta una serie di nuove opportunità: in The Last of Us: Parte 2 si possono raggiungere gli obiettivi in modo molto diversificato e ogni giocatore potrà trovare la propria via, se sarà attento a esplorare tutte le strade che le mappe del gioco gli mettono davanti, alcune anche piuttosto nascoste… e remunerative.
È imperativo sfruttare la verticalità dei livelli per poter affrontare i nemici da posizioni vantaggiose.
UNA CITTÀ DISTRUTTA, MA RICCA DI RISORSE - È un classico delle ambientazioni post-apocalittiche: tutto scarseggia. Questo è vero anche in The Last of Us: Parte 2, che recupera ed espande dal primo capitolo la capacità da parte dei protagonisti di raccogliere risorse e oggetti per trasformarli in qualcos’altro. In realtà, la nostra prova fatta a livello di difficoltà “normale” non ha mostrato grande scarsità di materiali, se si è disposti a esplorare con attenzione le ambientazioni che circondano la protagonista.
Ogni rottame può servire per potenziare un’arma, a patto di trovare un banco da lavoro, così come è possibile creare oggetti, trappole, granate e armi da mischia combinando bastoni, forbici, esplosivo. Questa volta, Ellie può anche creare un rudimentale silenziatore per la sua pistola, in modo da poter avanzare il più possibile inosservata anche quando le frecce per il suo arco scarseggiano.
E parlando di frecce, certamente va sottolineata la maggiore cura posta nella fisica che governa il gioco: per poter andare a segno sarà necessario considerare la gittata dell’arco e l’influenza della gravità. Non serve essere laureati in fisica per poter colpire un avversario, per carità, ma il gioco mostra una cura incredibile anche in questi particolari. La scelta delle armi da usare in ogni situazione non è banale, in primis appunto perché bisogna sempre far conto su munizioni limitate e poi perché… i nemici possono essere affrontati in modo differente, secondo approcci tattici addirittura opposti che portano a risultati anche molto diversi a seconda di come il giocatore decide di affrontare gli inevitabili combattimenti.
Seattle è una città distrutta: Ellie dovrà saper approfittare delle opportunità che la città le offre.
AMICI MAI: UNA NUOVA FAZIONE IN GIOCO - Il mondo di The Last of Us: Parte 2 è denso di minacce, a partire dagli infetti che restano sempre piuttosto pericolosi. Strategicamente, però, le cose cambiano parecchio in questa nuova avventura, perché Ellie può sfruttarli anche a suo vantaggio. Per esempio, utilizzando bottiglie, mattoni o frecce esplosive può dirigere gli infetti verso altri nemici (la fazione dei Serafiti) e attendere che la battaglia faccia il suo corso per poter poi concludere il lavoro in prima persona.
Proprio gli scontri con i Serafiti (anche definiti “Iene”) mostra quanto sia migliorato il gameplay dal gioco precedente: i nemici sono scaltri, attenti e incredibilmente efficaci, costringendo il giocatore a sfruttare ogni possibile riparo e opportunità offerti dall’ambiente circostante per poterli affrontare con efficacia.
Cercare vie alternative per procedere è fondamentale, in The Last of Us: Parte 2.
Torna la funzione di Ascolto che consente a Ellie, grazie alla pressione di un tasto sul controller, di focalizzarsi sull’ambiente circostante per analizzare il comportamento dei nemici, ora aiutati da cani capaci di coglierne l’odore e rivelarne la posizione. Pianificare con attenzione le proprie mosse non è facoltativo, in The Last of Us: Parte 2, e un approccio strategico a ogni scontro può davvero fare la differenza.
Ellie può muoversi silenziosamente cercando di eliminare nemici isolati, oppure creare trappole verso cui attirare i suoi avversari. E, certamente, può anche uscire allo scoperto e sparare, esponendosi inevitabilmente agli attacchi, così come può decidere che lo scontro si può evitare completamente, trovando il modo di passare all’area successiva senza combattere. Scelte che comportano uno sviluppo differente nell’azione, con i nemici che reagiranno in modo coerente e credibile alle nostre azioni.
UNA DISTRUZIONE MERAVIGLIOSA - È importante, come già detto, guardarsi sempre attorno, cercare ogni possibile opportunità e vantaggio, pianificare bene le mosse. Guardandosi attorno, però, non si può non restare rapiti dal livello tecnico che The Last of Us: Parte 2 è capace di portare sui nostri schermi. Seattle è costruita in modo impeccabile, ricca di dettagli e illuminata in modo meraviglioso, ma in realtà a colpire sono soprattutto le animazioni della protagonista e dei nemici. La fluidità con cui si muove Ellie, specialmente quando si trova a combattere corpo a corpo con uno o più avversari, ha dell’incredibile, così come la sensazione di fisicità e la spettacolarità che il gioco garantisce.
È violento, The Last of Us: Parte 2, e questa non è una sorpresa visti i trailer e gli spezzoni di gameplay che sono stati pubblicati nel corso del suo lungo sviluppo, e tale violenza viene portata sullo schermo in modo credibile proprio grazie alla bontà delle animazioni che Naughty Dog ha realizzato per il gioco.
Negli scontri corpo a corpo si può apprezzare il lavoro incredibile fatto sulle animazioni dei personaggi.
Si avverte il peso di ogni movimento, l’efficacia di ogni schivata, il rinculo di ogni colpo sparato. Inoltre, la varietà dei combattimenti è garantita da azioni nuove, come la possibilità di sottrarre l’arma al proprio nemico o di curarsi rapidamente la ferita causata da una freccia, sempre in modo interattivo. La cura posta in ogni particolare e in ogni dettagli (a partire dagli schizzi di sangue) è davvero incredibile e fa di The Last of Us: Parte 2 un gioco consigliato a chi sa reggere un livello di tensione superiore alla media.
Se la trama saprà emozionarci come nel titolo precedente lo scopriremo tra qualche giorno, al momento di concludere il nostro viaggio in compagnia di Ellie e di proporvi la nostra recensione completa. Per ora, abbiamo scoperto un nuovo The Last of Us capace di sorprenderci laddove il titolo precedente ci aveva un poco deluso, nel comparto della giocabilità. Ed è stata una scoperta davvero sorprendente.