Nel buio tra Tesla e Verne

Quando la cecità diventa il fulcro di un videogioco: alla scoperta di Another Sight

Da un team italiano è in arrivo un'intrigante avventura realizzata in collaborazione con l'Istituto dei Ciechi di Milano

16 Ago 2018 - 14:04
 © da-video

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Lunar Great Wall Studios è una realtà piccola ma "super", come loro stessi si definiscono: un studio indipendente con una marcia in più. Tutti gli sviluppatori hanno esperienza di lunga data e hanno pensato fosse tempo di creare qualcosa di proprio, che soprattutto avesse una sfumatura capace di distinguerlo e dar vita a un'esperienza ricca non solo di contenuti artistici ma anche culturali - ed è qui che nasce Another Sight, il titolo d'esordio dello studio.

Come ha dichiarato Marco Ponte, amministratore delegato e fondatore di Lunar Great Wall, il gioco rappresenta la loro filosofia in quanto sviluppatori: i videogiochi dovrebbero emozionare, regalando una esperienza unica e coinvolgente grazie alle influenze culturali che contribuiscono a dare maggiore profondità ai mondi realizzati.

Another Sight è una avventura fantasy surreale ambientata nella Londra del 1899 - alla fine dell'epoca vittoriana tanto cara alle narrazioni steampunk (ovvero un filone della narrativa fantastica fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica), dalle quali il gioco attinge alcuni elementi. Racconta una storia di crescita attraverso la diciassettenne Kit, ragazza dell'upper class londinese che dopo essere rimasta cieca a causa di un incidente nella metropolitana cittadina in costruzione, si dovrà affidare a un misterioso gatto fulvo di nome Hodge per trovare la strada di casa. Da un incontro nel buio nascerà una collaborazione essenziale, ma non tarderà a venirci il sospetto che il felino pur aiutando la ragazza segua una propria agenda, tenendo spesso dei comportamenti imprevedibili che in un certo senso coincidono con la natura di un gatto.

Hodge è per Kit il fantomatico coniglio bianco di Alice: seguendolo, la giovane si troverà all'interno di un mondo pieno di vita, una realtà nel sottosuolo che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare. In questo si coglie l'ispirazione di Lunar Great Wall al romanzo "Nessun dove" di Neil Gaiman, dal quale però trae solo alcuni spunti per poi discostarsi prendendo una strada propria. Controllando sia Kit sia Hodge a seconda della situazione, il giocatore affronterà enigmi ambientali per scoprire come il sottosuolo sia dimora di una società segreta composta dalle migliori menti artistiche e dai più grandi inventori del tempo, da Claude Monet fino al più sfruttato Nikola Tesla, e poi Jules Verne e tanti altri che avrete il piacere di scoprire. Sembra sia in corso una lotta di potere fra il mondo di sopra e quello di sotto per avere il controllo su una fonte di energia in grado di cambiare il destino di tutta la popolazione. Non è chiaro di cosa si tratti ma il fulcro di tale potere viene chiamato Nodo e suo malgrado Kit si vedrà coinvolta in qualcosa più grande di lei - qualcosa però da cui non può semplicemente voltare le spalle e fuggire.

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Lato gameplay è molto interessante l'utilizzo di Kit. Essendo cieca la sua visione è estremamente ridotta ma non impossibile da gestire: per assicurarsi di esprimere al meglio cosa di fatto "vede" un cieco, gli sviluppatori si sono messi in contatto con l'Istituto dei Ciechi di Milano, che li ha aiutati con il sistema di eco-localizzazione alla base dell'interazione della protagonista con l'ambiente. Kit è chiusa in una bolla che circoscrive i suoi dintorni e si espanderà, andando dunque a delineare i particolari dell'ambiente, ogni volta che la ragazza percepirà un suono. Possiamo generare noi stessi un rumore chiamando Hodge in modo che ci risponda con un miagolio, andando a creare la risonanza utile, o utilizzarlo direttamente per fare la stessa cosa passando in fretta da un personaggio all'altro. Il suono persisterà per alcuni secondi, illumando i dintorni di Kit e permettendole di agire con maggiore sicurezza, perfino di correre - in caso contrario la vedrete letteralmente brancolare.

La sua menomazione è un fattore che pesa in positivo sull'esperienza, portandoci a sfruttare con accortezza il nostro amico felino, magari mandandolo in avanscoperta per una visione generale dell'ambiente ma riportandolo poi da Kit perché possa offrirle una zampa. Considerata l'ovvia diversità fra umano e gatto, altrettanto diverse sono le loro possibilità: ci sono cose per cui Hodge è più portato e altre invece demandante a Kit, che nonostante la cecità si rivela essenziale per proseguire.

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Al gioco in 3D si accompagna ben mezz'ora di filmati disegnati a mano e doppiati da attori madrelingua inglesi e francesi i cui accenti, in particolare nel secondo caso, rendono l'esperienza ancora più realistica e gradevole da giocare. A occuparsi della colonna sonora, poi, è stata nientemeno che l'orchestra di Salerno, le cui musiche danno valore al tutto. Come avrete intuito, il gioco non sarà doppiato in italiano ma per chiunque non sia a proprio agio con l'inglese potrà comunque godersi l'avventura grazie alla localizzazione: ciò vuol dire che tutto, dall'interfaccia ai sottotitoli, sarà disponibile nella nostra lingua.

In conclusione, Another Sight è un progetto interessante e molto coraggioso, il tentativo di dimostrare come il media videoludico possa offrire non soltanto contenuti importanti ma anche spunti di riflessioni su numerose tematiche. Il gioco è multipiattaforma e la data di uscita PC è fissata per il 6 settembre, a seguire lo vedremo su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Preparatevi a vivere il "nessun dove" di Kit e scoprire tutti i retroscena di una lotta silente ma sulla quale poggiano le sorti del mondo intero.

 


 

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