Intervista esclusiva al team creativo che ha trasformato un'opera wagneriana in un avvincente gioco di carte
Cosa spinge un game designer a creare un gioco da tavolo? Nel caso di Parsifal a Game of Tarots sono le potenti note dell'omonima opera wagneriana. Un iter creativo interessante, in un mondo (quello dei boardgame) dove spesso nasce prima il sistema di gioco figlio di un modello matematico e poi ci si cuce sopra una tematica.
“Tutto è partito dall’opera di Wagner, scoperta su consiglio di un amico” ci racconta Osvaldo Duilio Rossi, il game designer del gioco. “Ascoltandola e riflettendo sul contenuto del libretto ho realizzato che si trattava della messa in scena di relazioni complesse, non solo tra persone fisiche, ma anche tra parti del nostro inconscio”. Per meglio comprendere come questo abbia innescato una scintilla creativa è importante sapere che Osvaldo fa il negoziatore per lavoro ed è proprio questa sua abitudine a gestire relazioni tra parti che gli ha permesso di dare vita al gioco in modo istintivo.
"Parsifal nell'opera è il puro folle" ci dice Osvaldo, "uno sciocco, un'anima pura guidata dall'intuizione. Nel mio caso è successo un po' lo stesso... Un giorno mi sono svegliato è avevo la visione completa di come il meccanismo di gioco avrebbe ripreso quella complessità umanistica e come ogni abilità e ruolo dei personaggi presenti sarebbe stato assolutamente legato agli avvenimenti del libretto. Un po' come se Parsifal a Game of Tarots fosse il risultato naturale dell'impatto che l'opera ha avuto su di me.".
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La meccanica progettata da Osvaldo è sorprendentemente semplice: durante il proprio turno si gira una carta del mazzo principale. Se è un Personaggio lo si colloca nella propria area di controllo, se è un Artefatto si mette nell'area comune. Prima di passare la mano a un altro giocatore è anche possibile far eseguire un'azione a uno dei protagonisti che si controllano, come bloccare uno specifico personaggio (c'è scritto sulla carta quali sono i bersagli possibili), prendere un Artefatto, cedere un Artefatto, eccetera. Chi riesce per primo a portare a termine gli obiettivi di uno dei propri Personaggi è il vincitore. Partita dopo partita Parsifal rivela una profondità sorprendente e obbliga a una costante rivalutazione delle proprie strategie. Coniugare semplicità e profondità è uno degli aspetti più complessi del game design e quindi ci risulta naturale chiederci quanto c'è voluto per perfezionare questa meccanica.
"Dopo una prima fase istintiva portata avanti con Emanuele, ci siamo resi conto che serviva un po' d'ingegneria". Ed è proprio Emanuele Ercolani, l'Art Director del gioco, che va più nel dettaglio su questo aspetto, "Ci sono serviti circa cinque mesi di play test. Il processo è stato abbastanza empirico; dopo che Osvaldo ha fatto l'engineering alla prima bozza di regolamento, tutte le operazioni di raffinamento le abbiamo fatte fidandoci delle sensazioni. Vedevamo se le partite erano eccessivamente lunghe, se c'erano troppe o troppe poche variabili. Abbiamo organizzato diverse sfide coinvolgendo sia giocatori esperti che occasionali e filtrando i feedback così da implementare quelli che ci sembrava potessero effettivamente migliorare l'esperienza".
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Un aspetto che colpisce di Parsifal a Game of Tarots è la sua realizzazione grafica. Dal formato delle carte (ovviamente strette e lunghe come i tarocchi) allo stile di disegno, si percepisce una grande cura dei particolari; quindi non possiamo farci sfuggire l'opportunità di chiedere proprio a Emanuale le sue fonti di ispirazioni.
"Dal lato artistico, la mia scelta del tarocco è stata un po' perché è mistico e vista la natura spirituale del Parsifal mi sembrava giusto come formato, un po' perché la parte visiva dell'opera è importante quanto la musica. Il tarocco era il formato in cui era possibile visualizzare con il giusto impatto le illustrazioni. Per quanto riguarda lo stile ho voluto trasmettere il misticismo degli archetipi presenti raffigurandoli come se fossero grandi vetrate di chiese".
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Da questa chiacchierata risulta chiaro che Parsifal a Game of Tarots è qualcosa fuori dagli schemi, sia nel processo creativo che nella sua collocazione sul mercato e quindi ci incuriosisce sapere dai suoi creatori chi vedono come target di questa 'opera ludica', "È un progetto così diverso che può coinvolgere persone diverse. Dagli appassionati dell'opera ai giocatori casuali, passando per appassionati di titoli di strategia. Ha il potenziale di mettere insieme tante differenze.", ci dice Osvaldo. Emanuele ci tiene ad aggiungere l'importanza della semplicità a livelli "il gioco si spiega in pochi secondi, ma nasconde diversi livelli di lettura. Se sei un casual player puoi giocarci divertendoti con un gioco di carte, se sei un giocatore più esperto ne cogli le sfumature strategiche, se sei un amante dell'opera riesci ad apprezzare i legami tra i personaggi.".
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A questo punto non resta che fare un grosso in bocca al lupo al loro Kickstarter e attendere con grande curiosità la prossima creazione di questo duo capace di mettere l'istinto di fronte alla tecnica.
Edizione: Psicografici Editore
Numero giocatori: 1-4
Kickstarter: Dal 15 Novembre al 15 Dicembre